Quando Tina è tornata a casa col becchime per le galline, ho capito che avrebbe cucinato un piatto tradizionale malgascio. E così fu. La pannocchia di mais, tsako nel dialetto locale, può essere consumata bollita, arrostita o, come nel nostro caso, con i grani frantumati. L’altro ingrediente sono i grossi fagioli kabaro, simili ai nostri bianchi di Spagna. Si fanno bollire insieme in acqua, fagioli e mais macinato, e alla fine si aggiunge latte vaccino. La prima operazione da fare è di lanciare in aria il mais nel tsipelo, il contenitore rotondo e piatto in fibra vegetale, che serve a questo scopo soprattutto per il riso. In tal
modo si eliminano le impurità, specie se c’è un po’ di vento.
Una volta pronta, ho voluto assaggiare la zuppa di mais e fagioli, ma siccome non sono abituato al latte di mucca, il risultato finale non mi è parso eccellente, mentre Tina e sua figlia Annika l’hanno mangiata di gusto. Questione di abitudine. Aggiungendo dello zucchero, sono riuscito a buttar giù qualche boccone in più. E anche questa è fatta: continua il viaggio alla scoperta dei sapori tradizionali. Unico limite, la carne e il pesce, tabù per me.