Lello Bavenni |
Napoli - Sarà inaugurata giovedì 9 febbraio a Castel dell’Ovo, presso la Sala delle prigioni, la mostra “Resistenza ad oltranza” dell’artista vicano Lello Bavenni. L’allestimento, curato da Raffaella Ferraro, esperta in Economia e gestione delle arti e delle attività culturali, si avvale della collaborazione dell’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Tra le opere in mostra, tra quadri e specchi in movimento, è possibile scorgere scorci stilizzati di Vico, profili accennati di un lontano passato non identificato, dettagli di oggetti personali, frammenti di vita, il tutto con uno sforzo di continua ricerca e sperimentazione. Il manifesto di una vita che fa fronte ai cambiamenti pur restando sempre fedeli alla propria identità, in un tentativo di trovare un
equilibrio tra contrapposizioni e stratificazioni in cui la memoria e le incursioni nel passato riaffiorano con esplosioni di colori. Il titolo della mostra, “Resistenza a oltranza” sta appunto ad indicare la capacità di reinventarsi e costruirsi grazie ad un mondo di immagini a cui aggrapparsi per sopravvivere. “Lello Bavenni – spiega Franco Cuomo in un commento critico inserito riportato nel catalogo della mostra – è una delle figure più interessanti del panorama pittorico contemporaneo. I lavori presentati si incrociano con uno sguardo e un disincanto malinconico sul mondo da sempre presenti nella sua pittura. Autore eclettico che ha attraversato metafisica e surrealismo, ma che ora, grazie all’esperienza digitale, sembra fonderli con il metasurrealismo. Lello – conclude Franco Cuomo – si interroga in età matura sul trascorrere del tempo in un’età narcisistica come la nostra, dove lo specchio riflette un’immagine purtroppo mutevole col passare degli anni. Per questo la pittura vuole essere una “resistenza a oltranza” contro il decomporsi delle cose”. L’esposizione resterà aperta fino al 26 febbraio 2017, nei seguenti orari: lunedì/sabato 9,00-19,00 - domenica 9, 00- 14,00. L’artista vicano ha alle spalle numerose mostre sia personali che collettive esposte, nel corso degli anni, non solo in Campania ma anche nel resto d’Italia e all’estero in città come Il Cairo, Eliat, Gerusalemme, Nazareth, Petra, Amman e Budapest.