Vincenzo De Luca |
Per il governatore della Campania diventa ormai necessario, nell'ottica di una vera rivoluzione burocratica, allentare l'attenzione giudiziaria sul reato di abuso di ufficio: una sorta
di misura soffocante che riverbera i suoi effetti anche sull'economia: «La legge approvata qualche tempo fa contro la corruzione - ha sostenuto - ha prodotto effetti opposti a quelli per la quale era stata approvata. È diventata un incentivo alla corruzione: il rischio per un amministratore o un dirigente pubblico di incappare in una condanna di primo grado per abuso di ufficio, con gravi e penalizzanti conseguenze, ha fatto in modo che nessuno più vuole apporre la propria firma in calce ad un provvedimento. Si paga una pena a volte superiore a chi si macchia di delitti efferati. Nelle aree terremotate - ha raccontato De Luca - non arrivano i fondi e gli spazzaneve perché nessuno vuole più assumersi la responsabilità di un atto. Di mettere una firma. Siamo giunti al punto che persino il Papa, da San Pietro, ha dovuto lanciare un appello alla sburocratizzazione. Ma cos'altro deve succedere? È cosi che aumenta la corruzione, poiché aumenta la difficoltà di avviare un procedimento e quindi aumenta anche il prezzo delle tangenti. Mi auguro che si rimuovano questi ostacoli, che l'Italia non sia più il paese ossessionato dalla esigenza di mettere le carte a posto, ma dei risultati conseguiti». Il governatore ha poi annunciato che parteciperà a metà febbraio alla convention sul lavoro organizzata dal cardinale Sepe a Napoli. «Nel corso del 2017 duecentomila campani perderanno ogni forma di tutela, tutti gli ammortizzatori sociali. Una emergenza sociale che avrà bisogno di risposte serie e concrete. Di investimenti europei che servono per creare lavoro. Ma in attesa che si verifichino queste condizioni - ha riflettuto - occorre coprire questa fase con politiche nazionali adeguate a sostenere l'inserimento nel mondo del lavoro da parte di giovani diplomati e laureati. Serve un piano nazionale per il lavoro, ma anche una radicale revisione delle figure di reato per chi opera nella pubblica amministrazione». (Fonte: A.A. da Il Corriere del Mezzogiorno)