<<Suonate pure le vostre trombe: noi suoneremo le nostre campane>> replicò Capponi. Carlo aveva visto Firenze e i fiorentini – i palazzi di pietra, tetri come fortezze e la gente, pronta a divampare come un’esca, che già prendeva a sassate i suoi soldati – sapeva ciò che questa frase voleva dire: una corsa generale nelle piazze. Spaventato da un combattimento in quelle strade che di battaglie ne aveva già viste tante, il re capitolò e la ferrea frase del Capponi ancora rintocca come un ammonimento agli invasori dei comuni repubblicani – la campana che risponde alla tromba, la chiamata a raccolta della gente che ribatte alla fanfara militare. Quando infine la dinastia dei Medici salì al potere, fu dato ordine di distruggere la campana dell’adunata popolare. […].”
(Mary Mc Carthy, Le pietre di Firenze, 1956)
(Mary Mc Carthy, Le pietre di Firenze, 1956)