UN’ALTRA VISIONE PER UN’ALTRA NAZIONE
di Giandiego Marigo
Nel caso di questa Livorno allagata non si può parlare di carenza di lavori, quel che c’era da fare era stato tentato, sebbene con la solita politica emergenziale, ma dei pericoli incombenti si sapeva … si immaginava.
Resta il fatto che mentre a Cuba si supera la furia devastante di Irma senza morti e feriti nell’Italia odierna bastino poche gocce d’una pioggia battente a creare disastri.
Non solo a Livorno o a Genova si badi … in tutto il paese, ora qui, ora lì … senza alcuna soluzione di continuità e con una ricorrenza preoccupante.
A noi basta un terremoto da 3,5 di magnitudo per avere in mano un problema serio, quasi insolubile.
Perchè l’italia è tutta così, raffazzonata, ipotetica, improvvisata e la politica, per contro è affascinata solo da “Grandi Opere” di respiro europeo, molto remunerative per amici e parenti, spesso, troppo spesso inutili quando non lesive e dannose.
L’ambiente italiano è particolare, una geofisica estremamente originale, quasi unica … un addensamento di reperti archeologici, quello sì, unico al mondo. È un ambiente fragile, delicato a cui si unisce un’assenza totale di politica ambientale, trascinata nel tempo, da Principe a Duca … a Papa a Podestà … sino ai nostri Sindaci.
Una carenza di politica ambientale cui va posto rimedio, che deriva da un’abitudine secolare all’arrangiamento abitativo … a quello che Di Maio chiama !abusivismo di necessità” … dove non sia semplicemente speculazione ed astuzia o addirittura interesse mafioso, anche nella Toscana Livornese dell’antica tradizione libertaria.
Quello che occorrerebbe sarebbe una politica minuta, puntuale e socialista dell’adeguamento, del riadattamento ambientale, della compatibilità. Una strada completamente diversa da quella percorsa sin qui.
Scelte che premettano l’equilibrio, i problemi reali della gente, che privilegino le necessità reali al rimbombo delle “Grandi Opere da Vetrina”.
Che facciano gli interessi dei molti e privilegiano il rapporto Speciale con PachaMama … la Madre Terra.
Occorrerebbe una decrescita controllata e serena, non già verso il medioevo … dove ci stiamo inoltrando ora sempre più velocemente, ma verso un’altra visione di Mondo … un altro concetto di Civiltà e Progresso che abbandoni le leggi di mercato e la cura del PIL per parlare di benessere diffuso e compatibilità.
Già! Quella che normalmente si chiama Utopia … quella, che dirla vuol dire, come minimo, prendersi dell’illuso e del sognatore … perché l’essere umano è quel che è.
Non è così è il Potere ad essere quel che è ed a rimanere comunque e sempre tale.
Livorno, come i mille terremoti di questo paese, le frane, le inondazioni ci richiamano ad una partecipazione, ad un controllo ad una visione altra e diversa, compatibile ed equilibrata … una visione che oserei definire da AreA di Progresso e Civiltà. Visione, si badi, che è anche proposta, coraggio di una azione e comportamenti personali.