di Lorenzo Mortara
«Potere al Popolo o ai mafiosi?», si chiede una cima siderale nel firmamento a Cinque Stelle, tale Mario Michele Giarrusso. Abolire l’ergastolo significa per lui liberare mafiosi stragisti. In questa maniera, l’abolizione del 41/bis, come pretendiamo noi, diventa in pratica applicare il Programma del Papello di Totò Riina.
Come tutti coloro che hanno i paraocchi, Giarrusso vede solo una parte delle cose e mai l’insieme. Il guaio non è tanto che non veda il Programma di Potere al Popolo nella sua interezza, ma che non veda nemmeno al completo quello dei Cinque Stelle. Nel Papello di Riina c’era l’abolizione del 41/bis per i mafiosi e in pratica solo quello, non c’era invece come c’è nel Programma di Potere al Popolo o di Sinistra Rivoluzionaria, l’abolizione progressiva anche del carcere e del decreto genocidaMinniti, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore, l’abolizione del Jobs Act e del precariato, della Legge Fornero e di tutte le privatizzazioni che hanno messo sotto ricatto perenne della mafia tutto il Sud Italia. È l’inclusione sociale l’unica vera arma contro la mafia, non il bastone, tanto meno la tortura legalizzata. È per questo che sotto il capitalismo non si riuscirà mai a sconfiggere la mafia, perché è un modo di produzione troppo escludente per sconfiggerla. Il capitalismo, società divisa in classi, crea e ricrea sempre il brodo di cultura in cui la mafia si genera e rigenera.
Inoltre, nel Papello di Rina, ed è questa la cosa decisiva, non c’era soprattutto l’abolizione del 41/bis per i NoTav, per i combattenti di classe e per tutti i prigionieri politici del proletariato che sono la maggioranza delle persone contro cui è davvero diretto il 41/bis. Perché contro i lavoratori e i loro rappresentanti, la Legge si applica in maniera spietata, contro padroni e mafiosi si interpreta liberamente a Campari, secondo il tacito codice di quell’uomo sceltissimo e immenso di Don Raffaè. E per un mafioso che finisce sotto il 41/bis, ci sono 10 proletari che sostituiscono gli altri che restano a piede libero, o per grazia ricevuta dalla Signora Giustizia come Andreotti, o per l’indulgenza dei Procuratori alla Grasso che chiudono un occhio perché l’altro è già aperto e spalancato verso la poltrona della sua fulminea carriera ministeriale. E non sia mai che aprendolo, scontentino qualcuno che gliela potrebbe intralciare.
È verissimo invece che tutto questo nel Programma dei Cinque Stelle non c’è. Di Maio, infatti, sta facendo il giro delle 7 Chiese per rassicurare papi, ricchi e potenti che non ce l’ha con loro, e di conseguenza se la prenderà con i soliti: i poveri. E quando ci si prostra ai piedi delle 7 chiese, ci si prostra anche alla mafia che, se Giarrusso non l’ha ancora capito, non è altro che la loro Perpetua.
Stazione dei Celti
Domenica 28 Gennaio 2018
Domenica 28 Gennaio 2018