Finanzieri e rivoluzionari: la doppia arte in cui gli ebrei eccellono


Testo di Paolo Sensini


Pochi conoscono oggi il nome di Parvus, la cui vera identità è Izrail' Lazarevič Gel'fand, colui che ha coniato il concetto di "rivoluzione permanente", poi attribuito a Trockij. Parvus nacque da genitori ebrei a Berezino nel 1867, in Bielorussia; passò parte della gioventù a Odessa (nell'odierna Ucraina, dove si associò a circoli rivoluzionari ebraici del Bund). Trasferitosi in Turchia e poi in Germania, svolse un ruolo importante con lo Stato Maggiore tedesco nel 1917 per fare rientrare Lenin in Russia sul "vagone piombato" che dalla Svizzera lo portò a San Pietroburgo, dove sotto la sua guida i bolscevichi fecero il famoso Colpo di Stato d'Ottobre (Oktjabr'skij perevorot, come lo chiamavano i russi dell'epoca). Le due attività che Parvus svolse per tutta la vita furono lo speculatore internazionale e il rivoluzionario, specialità nelle quali eccelse al massimo grado. 



Il suo identikit attuale corrisponde in modo quasi perfetto con George Soros, che di nome fa György Schwartz, nato in Ungheria nel 1930 e anch'egli ebreo. Soros non solo ha tratto profitti stratosferici grazie alle sue attività di speculatore "illuminato" (nel 1992, per esempio, mise in ginocchio la sterlina inglese e la lira italiana), ma può essere considerato uno dei maggiori ideatori-finanziatori delle "rivoluzioni colorate" e "guerre umanitarie" che stanno mettendo a ferro e fuoco Medio Oriente ed Est Europa. È sempre lui che, dietro una spessa cortina fumogena di benefattore internazionale e filantropo, sostiene e foraggia l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa. Speculatori e rivoluzionari al medesimo tempo, un apparente ossimoro che ricorre di continuo nella bimillenaria storia ebraica.

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