Suor Rosa Lupoli |
Fonte: Angelo Agrippa da Il Corriere del Mezzogiorno
Napoli - Non ci sono soltanto De Mita, D'Alema, Rodotà, Pomicino, Brunetta, Fini e i 5 stelle di Grillo. Il fronte del No al referendum potrebbe, ora, aggregare anche le suore di clausura del Monastero delle Cappuccine di Napoli. Le stesse che, tempo fa, risposero per le rime alle insinuazioni pronunciate dall'attrice comica Luciana Littizzetto, la quale commentò con sarcasmo in tv l'esuberante accoglienza riservata dalle religiose, nel duomo di Napoli, a papa Francesco, in visita pastorale nel marzo del 2015. Suor Rosa Lupoli, già abbadessa delle Cappuccine, ischitana e con una antica passione per la pallavolo (oltre che per la schiettezza dei commenti) sulle prime non vorrebbe alimentare la polemica «per evitare — spiega — pubblicità inutile». Ma poi aggiunge: «Non abbiamo ancora organizzato un incontro per confrontarci sul merito del quesito referendario — premette — ma l'idea che mi sono fatta è che ci sia una grande insoddisfazione. Quando si leggono le motivazioni alla base del No si capisce che c'è un ampio fronte che pensa che il governo non sia in grado di affrontare le modifiche alla Costituzione».
Le suore di clausura si incontreranno, discuteranno e probabilmente condivideranno anche il voto del prossimo 4 dicembre, almeno da quanto lascia trapelare suor Rosa: «Andremo verso il No — afferma —. Abbiamo letto parecchio e abbiamo ascoltato molte interviste. Fra l'altro, particolare non da poco, ci sono parecchi costituzionalisti che non hanno detto una parola a favore del Si. E parliamo di esperti, tecnici che conoscono bene la materia e che quindi hanno cognizione di causa. Anche a Napoli non mi pare di vedere un grande fronte del Si e, in ogni caso, pare di capire che i sostenitori del Sì siano più che altro animati dall'idea di dover appoggiare il partito più che affrontare la questione in sé». I muri e le grate della clausura non separano il mondo della preghiera dal tramestìo prodotto dalla rissa politica. Tantomeno ad esasperare la percezione che se vincesse il No si imboccherebbe la strada della deriva e della paralisi. «La situazione — osserva suor Rosa in una dichiarazione all'Adn Kronos — è già così compromessa che non credo ci sia il rischio di derive in caso di vittoria dei No». Infatti, ne fa una questione di coerenza: «Penso ai trascorsi cattolici del premier Renzi, ma mi pare che il suo operato non ne abbia tenuto conto. L'area cattolica del Family Day, invece, ne terrà conto. Mi piace l'idea di un presidente del Consiglio giovane. Giusto il ricambio generazionale. Ma poi bisogna mostrare anche competenza. Il Vangelo ci ricorda ogni giorno che è necessario essere consapevoli di se stessi, come dei propri limiti». Suor Rosa non è persona che le manda a dire. Alla Littizzetto, che aveva giudicato «represse» le Clarisse che con entusiasmo avevano accolto il pontefice a Napoli, replicò: «Ci dispiace che la signora Littizzetto, che abbiamo apprezzato in altre occasioni, abbia pensato che le "represse" monache di clausura stessero aspettando il Papa per abbracciare un uomo. Probabilmente per fare questo avremmo scelto un altro luogo e ben altri uomini, se avessimo voluto. Non sarebbe forse il caso, cara Luciana, di aggiornare il tuo manzoniano immaginario delle monache di vita contemplativa?». Insomma, quasi un monito per chi, d'ora in poi, vorrà mettersi di traverso al loro cammino. Renzi e tutti i soste nitori del Si al referendum sono avvisati.