Via Orsanmichele, 4, Firenze
Inaugurazione mostra
Venerdì 21 ottobre 2016, ore 17.30
Dal 21 ottobre al 12 novembre 2016 l’Accademia delle Arti del Disegno, presso la Sala espositiva in Via Orsanmichele, 4, a Firenze, ospita la mostra dello scultore Paolo Maione dal titolo “Creature”. Una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l’artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Asini polimorfi e tragicomici eroi sono cristallizzati nella ceramica con caustico umorismo.
Da sempre sostenitore della lavorazione dei materiali grezzi, soprattutto maiolica, bronzo e terracotta, e dell’importanza del rapporto tattile che si crea con la materia durante il processo di lavorazione, Paolo Maione trae grande ispirazione dalla tradizione popolare, da un immaginario che mescola le radici vernacolari alla più nobile storia delle arti decorative, e fa tutto ciò con decisa e costante ironia.
L’asino dalle sembianze antropomorfe, figura simbolo della sua produzione, è l’espressione massima della filosofia del disincanto dell’artista: il goffo, testardo e sgraziato antieroe per eccellenza diviene, allo stesso tempo, interprete perfetto della natura umana. L’abilità tecnica dell’artista e la fervida immaginazione fanno il resto.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, commenta così l’iniziativa espositiva: “ho visto con piacere che l’immagine-guida scelta per la mostra di Paolo Maione presso l’Accademia delle Arti del Disegno è il suo Ciucoplita, del 2015: poche altre opere, in ceramica o anche in bronzo, potrebbero rappresentare meglio questo scultore toscano dedito alla modellazione del materiale più umile e arcaico della creazione artistica, l’argilla. La chiave interpretativa dell’ironia è stata spesso evocata per l’opera di Maione; per le sue teste colpite da asce e infilzate da rubinetti come in moderni martiri, per i suoi animali che non perdono energia e talvolta ferocia neppure vestiti da classe media, per le sue creature ibride e bizzarre. E soprattutto per il suo asino, interprete di innumerevoli situazioni. Quando un’inventiva esuberante come quella di Maione si esprime ad alti livelli di qualità con sicurezza di tecnica, nascono nuove stirpi d’immagini e nuovi popoli di creazioni simboliche, destinati a occupare un posto permanente nella nostra memoria”.
Paolo Maione nasce a San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena, il 20 dicembre 1965, debutta nei primi anni novanta, caratterizzandosi come un “artista comico”, come lui stesso è solito definirsi, in grado di dissimulare la profondità del suo impegno e dei motivi ispiratori della sua attività con la “leggerezza” tipica del commediografo che lo contraddistingue anche nella vita.
“Ma si tratta di un riso dolceamaro” come scrisse Luca Beatrice nel suo saggio Maioniche, in quanto “Maione è senz’altro un autore comico, le cui radici culturali affondano negli archetipi dell’antichità”, in lui vi è “una profondità d’impegno magari non percepibile al primo sguardo, poiché si nasconde dietro le tematiche leggere tipiche dell’autore di commedie”. Anche l’asino diviene “protagonista di buona parte delle sue storiette”, e l’artista “si diverte a calarlo in situazioni “buffe”, tra giochi di parole, sghembi qui pro quo, equivoci, nonsense, di cui i titoli delle opere rappresentano un adeguato campionario”. La sua vena sarcastica si esprime anche nel celebre ciclo di opere dedicate al Pinocchio di Collodi, al suo spirito beffardo e anarcoide, ma anche a Pirandello, a De Filippo, Totò, campioni del riso ma soprattutto filosofi del disincanto.
Il temperamento ironico e l’umorismo di Paolo Maione, che vive e lavora e Reggello e che ha esposto in molte mostre, collettive e personali, in Italia e all’estero, ben emergono dalle parole con le quali commenta questa sua mostra all’Accademia delle Arti del Disegno: “La prima volta che sono entrato in questa casa di Cristi e Beccai ho avvertito quanto sia sorprendente il destino del comico. Mi chiedo se sia questo un disegno: un apostata vegetariano con le sue dissacranti creature qui nella casa dei disegni... chissà... forse la comicità è solo un modo paradossale di accedere al sacro. Si nasce con la vocazione al riso, è naturale per il comico trovare nei disastri umani la linfa vitale per il suo immaginario, evidenziando le mostruosità e le contraddizioni del mondo contemporaneo. Se Dante vedesse Firenze oggi, si perderebbe in una selva di turisti, Leonardo farebbe outing sulla prima pagina de La Nazione, Giotto è un grafitaro lungo i binari, Cavalcanti spacciatore di versi sempre buoni, Ghiberti è ancora in politica (certi artisti non cambiano mai) e fa ancora tutto lui, Pontormo è rimasto il Pontormo, tanto lui si accontenta di due uova sode. Scusate se mi faccio prendere la mano, ma la realtà iperbolica che ci circonda è materia ricca di suggestioni ed anche di drammi se una vignetta può scatenare uno sterminio. La mia lode va ai comici e ai satiri di tutti i tempi, ai brutti, sporchi, cattivi e deformi, purificatori di un mondo arrabbiato e violento. Sono loro che ancora ci invitano a ridere, ridere tanto, ridere fino al pianto”.
Inaugurazione mostra
Venerdì 21 ottobre 2016, ore 17.30
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, Firenze
La mostra resterà aperta fino al 12 novembre 2016
Inaugurazione mostra
Venerdì 21 ottobre 2016, ore 17.30
Dal 21 ottobre al 12 novembre 2016 l’Accademia delle Arti del Disegno, presso la Sala espositiva in Via Orsanmichele, 4, a Firenze, ospita la mostra dello scultore Paolo Maione dal titolo “Creature”. Una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l’artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Asini polimorfi e tragicomici eroi sono cristallizzati nella ceramica con caustico umorismo.
Da sempre sostenitore della lavorazione dei materiali grezzi, soprattutto maiolica, bronzo e terracotta, e dell’importanza del rapporto tattile che si crea con la materia durante il processo di lavorazione, Paolo Maione trae grande ispirazione dalla tradizione popolare, da un immaginario che mescola le radici vernacolari alla più nobile storia delle arti decorative, e fa tutto ciò con decisa e costante ironia.
L’asino dalle sembianze antropomorfe, figura simbolo della sua produzione, è l’espressione massima della filosofia del disincanto dell’artista: il goffo, testardo e sgraziato antieroe per eccellenza diviene, allo stesso tempo, interprete perfetto della natura umana. L’abilità tecnica dell’artista e la fervida immaginazione fanno il resto.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, commenta così l’iniziativa espositiva: “ho visto con piacere che l’immagine-guida scelta per la mostra di Paolo Maione presso l’Accademia delle Arti del Disegno è il suo Ciucoplita, del 2015: poche altre opere, in ceramica o anche in bronzo, potrebbero rappresentare meglio questo scultore toscano dedito alla modellazione del materiale più umile e arcaico della creazione artistica, l’argilla. La chiave interpretativa dell’ironia è stata spesso evocata per l’opera di Maione; per le sue teste colpite da asce e infilzate da rubinetti come in moderni martiri, per i suoi animali che non perdono energia e talvolta ferocia neppure vestiti da classe media, per le sue creature ibride e bizzarre. E soprattutto per il suo asino, interprete di innumerevoli situazioni. Quando un’inventiva esuberante come quella di Maione si esprime ad alti livelli di qualità con sicurezza di tecnica, nascono nuove stirpi d’immagini e nuovi popoli di creazioni simboliche, destinati a occupare un posto permanente nella nostra memoria”.
Paolo Maione nasce a San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena, il 20 dicembre 1965, debutta nei primi anni novanta, caratterizzandosi come un “artista comico”, come lui stesso è solito definirsi, in grado di dissimulare la profondità del suo impegno e dei motivi ispiratori della sua attività con la “leggerezza” tipica del commediografo che lo contraddistingue anche nella vita.
“Ma si tratta di un riso dolceamaro” come scrisse Luca Beatrice nel suo saggio Maioniche, in quanto “Maione è senz’altro un autore comico, le cui radici culturali affondano negli archetipi dell’antichità”, in lui vi è “una profondità d’impegno magari non percepibile al primo sguardo, poiché si nasconde dietro le tematiche leggere tipiche dell’autore di commedie”. Anche l’asino diviene “protagonista di buona parte delle sue storiette”, e l’artista “si diverte a calarlo in situazioni “buffe”, tra giochi di parole, sghembi qui pro quo, equivoci, nonsense, di cui i titoli delle opere rappresentano un adeguato campionario”. La sua vena sarcastica si esprime anche nel celebre ciclo di opere dedicate al Pinocchio di Collodi, al suo spirito beffardo e anarcoide, ma anche a Pirandello, a De Filippo, Totò, campioni del riso ma soprattutto filosofi del disincanto.
Il temperamento ironico e l’umorismo di Paolo Maione, che vive e lavora e Reggello e che ha esposto in molte mostre, collettive e personali, in Italia e all’estero, ben emergono dalle parole con le quali commenta questa sua mostra all’Accademia delle Arti del Disegno: “La prima volta che sono entrato in questa casa di Cristi e Beccai ho avvertito quanto sia sorprendente il destino del comico. Mi chiedo se sia questo un disegno: un apostata vegetariano con le sue dissacranti creature qui nella casa dei disegni... chissà... forse la comicità è solo un modo paradossale di accedere al sacro. Si nasce con la vocazione al riso, è naturale per il comico trovare nei disastri umani la linfa vitale per il suo immaginario, evidenziando le mostruosità e le contraddizioni del mondo contemporaneo. Se Dante vedesse Firenze oggi, si perderebbe in una selva di turisti, Leonardo farebbe outing sulla prima pagina de La Nazione, Giotto è un grafitaro lungo i binari, Cavalcanti spacciatore di versi sempre buoni, Ghiberti è ancora in politica (certi artisti non cambiano mai) e fa ancora tutto lui, Pontormo è rimasto il Pontormo, tanto lui si accontenta di due uova sode. Scusate se mi faccio prendere la mano, ma la realtà iperbolica che ci circonda è materia ricca di suggestioni ed anche di drammi se una vignetta può scatenare uno sterminio. La mia lode va ai comici e ai satiri di tutti i tempi, ai brutti, sporchi, cattivi e deformi, purificatori di un mondo arrabbiato e violento. Sono loro che ancora ci invitano a ridere, ridere tanto, ridere fino al pianto”.
Inaugurazione mostra
Venerdì 21 ottobre 2016, ore 17.30
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, Firenze
La mostra resterà aperta fino al 12 novembre 2016