I mondialisti si preparano al superamento delle religioni



"La religione è stata usata per giustificare i peggiori genocidi. Ammazzare in nome di Dio non cancella nessuna colpa". Queste le parole dell'attore Morgan Freeman, 78 anni, in un'intervista rilasciata all'agenzia EFE. Freeman è al momento impegnato nella promozione di una serie di documentari per National Geographic intitolata "The Story of God" (la storia di Dio) e ha spiegato che la serie è arrivata proprio in un momento in cui la religione "è più che mai presente in tutto il mondo." L'attore crede in Dio, nonostante sia stato allevato in un ambiente non religioso, ed è giunto alla conclusione che credere o non credere in un essere superiore "è la vera lotta di ognuno durante tutta la propria vita, soprattutto quando si arriva ad una certa età". Per l'intervista, Freeman ha scelto un luogo isolato, dove nessuno lo avrebbe riconosciuto durante la registrazione della serie, che andrà in onda il prossimo 3 aprile ed è divisa in sei episodi: "Afterlife", "End of Days", "Creation", "Who is God?", "Evil" e "Miracles".




In questa nuova serie l'attore, veterano degli schermi, percorre sette paesi tra cui Israele, India, Mongolia ed Egitto, alla ricerca di risposte ai grandi interrogativi della vita: "Negli ultimi mesi ho viaggiato e visitato decine di città, ho potuto unirmi alla preghiera a Il Cairo, ho imparato a meditare con un buddista, ho visitato i templi maya del Guatemala e ho discusso su ragione e fede nell'Accademia Pontificia de las Ciencias (accademia Pontificia delle Scienze)", ha dichiarato l'attore. Ma, traendo le somme di questa esperienza, Freeman ha concluso che la sua spiritualità non ha subito nessuna evoluzione con questo progetto, ma ne ha tratto molta più conoscenza sulle principali religioni del mondo.

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