Sant’Agnello - E' il 10 gennaio 2013. Mancano pochi giorni alla presentazione delle liste. E il Pdl sta ultimando la squadra da presentare per il Senato in Campania. Da palazzo Grazioli, residenza romana dell'ex premier Silvio Berlusconi, parte l'ordine di accelerare e tentare di rimpolpare le fila con amministratori locali che potrebbero richiamare decine di migliaia di preferenze. E a Napoli quel diktat viene registrato in diretta. Mancano nomi chiave da inserire a metà lista. Così si pensa immediatamente a Piergiorgio Sagristani, all'epoca in rotta di collisione con l'Udc e pronto a candidarsi a sindaco di Sant'Agnello dopo l'esperienza di assessore provinciale con delega al turismo. L'offerta è chiara: posto numero 13 in lista. Sagristani ci pensa due giorni. Alla fine rifiuta e annuncia la sua volontà di farsi da parte in un comunicato stampa. Il sindaco di Sant'Agnello si oppone sia per non apparire l'opportunista di turno che cambia casacca per una poltrona sia perché in fondo non crede a un exploit degli azzurri, usciti demoliti dopo le dimissioni di Berlusconi e l'ingresso in scena di Mario Monti, premier del governo tecnico. Dal Pdl accolgono il "no" di Sagristani con amarezza e scalano in avanti Ciro Falanga, al numero 13. Alla fine, per l'attuale sindaco di Sant'Agnello, è una beffa. Perché in Campania il Pdl fa il boom e conquista 16 senatori, tra cui Piero Langella, oggi passato ad Ala con Denis Verdini. La leggenda metropolitana racconta della telefonata che l'allora leader provinciale del Pdl Antonio Pentangelo, poco dopo lo spoglio, fa a Sagristani: «Hai visto? Se tu avessi accettato adesso saresti senatore». La risposta è laconica: «Å' vero, non ho rimpianti. Farò il sindaco di Sant’Agnello. Ma a Roma ci sarò da eletto e non da nominato tra qualche anno». Una frase oggi più che mai attuale. (Fonte: sd da Metropolis)
Il retroscena. Il gran rifiuto all'offerta Pdl. Oggi sarebbe parlamentare
Saturday, 22 October 2016
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