In forma di triangolo. Vaghe stelle dell'Orsa... (Aulo Gellio, Noctes Atticae, II, XXI)

Stavamo traghettando sulla stessa nave da Egina al Pireo, non poche persone, greci e romani, studiosi delle stesse discipline. Giunse la notte, era d'estate, tranquillo il mare, il cielo limpido e sereno. Stavamo seduti a poppa tutti quanti insieme e contemplavamo le stelle splendenti. Allora quelli della compagnia che erano esperti nella scienza greca ragionavano in maniera precisa e competente su cosa fosse il “Carro” e il suo “Bovaro”, quale fosse più grande e quale più piccolo, perché il Carro si chiama così e perché Omero dice che è la sola cosa che non tramonta mai e di altre cose dello stesso genere.
A questo punto io, rivolto ai nostri giovanotti, dico: “Zoticoni, ditemi perché quello che i Greci chiamano “carro”, noi lo chiamiamo Settentrione? Non è sufficiente ricordare che noi vediamo sette stelle, voglio saperedettagliatamente che cosa significhi l'intera parola “Settentrione”.
Prese la parola uno versato nella letteratura e nelle antiche memorie: “La turba dei grammatici reputa che Settentrione derivi solo dal numero delle stelle, dice che di per sé “Trione” non significa niente, ma è solo un completamento della parola; così come nel termine quinquatrus, 'le feste del quinto giorno' l'unico elemento significante è il quinque del numero deigiorni e-atrus non vuol dire nulla. Io però sono d'accordo con Lucio Elio e Marco Varrone, i quali scrivono che triones erano chiamati con un antico vocabolo contadino i buoi, come a dire terriones, cioè idonei ad arare e lavorate la terra. Perciò a questa costellazione che gli antichi Greci chiamarono carro dalla sua figura e posizione che rammenta una carretta, i nostri vecchi, con riferimento ai buoi aggiogati, chiamarono Settentrione, vale a dire che le sette stelle disegnano più o meno la figura di “trioni” aggiogati. Oltre a riferire questa tesi Varrone di suo avanza un'ipotesi: che queste sette stelle siano state chiamate triones, perché sono collocate in modo che considerando tre di esse alla volta, tra di loro vicine formano dei “trigoni”, cioè delle figure triangolari.
Delle due spiegazioni che quel giovane propose, l'ultima apparve più fine ed elegante; perché se le osservavamo bene le stelle si mostravano pressappoco posizionate in forma di triangolo.

Traduzione S.L.L.

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