Enrico Berlinguer |
Quali altri leader hanno partecipato ad incontri conia vecchia dirigenza comunista di Castellammare? «Oltre a Giorgio Amendola, Gerardo Chiaramente e Giorgio Napolitano, va ricordato sicuramente l'intervento di Pietro Ingrao. Negli anni ' 70 e ' 80 il Pci a Castellammare riusciva ad ottenere anche 20milavoti, nonostante la presenza m città di leader storici della Dc come l'ex ministro Antonio Gava. In un'elezione riuscimmo ad ottenere il 40% dei consensi, da qui l'etichetta di Stalingrado del Sud che ancora resiste». Tra i capitoli più tristi l'omicidio del consigliere comunale del Pd Gino Tommasino, nel 2009. Nell'elenco degli iscritti al partito compariva anche il nome di Catello Romano, riconosciuto come uno dei killer del commando killer che partì da Scanzano per uccidere il politico.
«Non ho partecipato in maniera diretta a quella vicenda, considerato che la mia esperienza amministrativa da sindaco si era già conclusa. Ma avevo a più riprese lanciato l'allarme di una criminalità organizzata che tentava in ogni modo di entrare nel tessuto istituzionale e democratico della città. Purtroppo nessuno mi ascoltò». Oggi i lucchetti sulla porta della sede dipartito rappresentano un momento triste non solo per chi fa politica diretta a Castellammare, ma anche in tutti i cittadini. Qual è l'auspicio e il consiglio che vuole inviare ai futuri dirigenti del partito, in vista del congresso di novembre? «Sicuramente quello di trovare nuove radici e, soprattutto, recuperare la passione politica che sembra ormai essere smarrita da tempo. Nonostante l'ultima vittoria conseguita alle elezioni amministrative di giugno, il senso di appartenenza politica si sta sempre più appannando. C'è bisogno di uno scatto d'orgoglio, per recuperare la sede e ricominciare a fare politica in maniera seria, risolvendo i tanti problemi che attanagliano la città» (Fonte: f.f. da Il Mattino)
«Non ho partecipato in maniera diretta a quella vicenda, considerato che la mia esperienza amministrativa da sindaco si era già conclusa. Ma avevo a più riprese lanciato l'allarme di una criminalità organizzata che tentava in ogni modo di entrare nel tessuto istituzionale e democratico della città. Purtroppo nessuno mi ascoltò». Oggi i lucchetti sulla porta della sede dipartito rappresentano un momento triste non solo per chi fa politica diretta a Castellammare, ma anche in tutti i cittadini. Qual è l'auspicio e il consiglio che vuole inviare ai futuri dirigenti del partito, in vista del congresso di novembre? «Sicuramente quello di trovare nuove radici e, soprattutto, recuperare la passione politica che sembra ormai essere smarrita da tempo. Nonostante l'ultima vittoria conseguita alle elezioni amministrative di giugno, il senso di appartenenza politica si sta sempre più appannando. C'è bisogno di uno scatto d'orgoglio, per recuperare la sede e ricominciare a fare politica in maniera seria, risolvendo i tanti problemi che attanagliano la città» (Fonte: f.f. da Il Mattino)