SECONDO PROFESSORE Milano?
PRIMO PROFESSORE Sì, Milano. secondo professore (voce in falsetto) Non c’è.
PRIMO PROFESSORE No, non c’è. (Gli punta un dito all’altezza della fronte) Esiste solo nella sua candida fantasia, professore; di lei e altri pochi ingenui come lei.
IMPRENDITORE Ma quando l’ha saputo?
PRIMO PROFESSORE Da sempre. (Oratorio) Solo oggi però ne ho avuto conferma. (Profeta da mille e non più mille) Si, signori, ci troviamo a vivere nella più mostruosa truffa della storia. Tutto quello che vediamo, respiriamo, amiamo... non esiste, non è mai esistito!
SECONDO PROFESSORE (si lascia andare quasi di schianto su di uno sgabello) Mai?... Neanche la nebbia, la centrale, i tram e le Varesine. (Pausa). Oeuh!
PRIMO PROFESSORE (in crescendo fino a steccare sull’ultima battuta) Ma non capite che ogni cosa crolla, se di colpo ci accorgiamo che tutto è costruito sul nulla... peggio, sulla menzogna!
SECONDO PROFESSORE (ripetendo la stecca) Anche i tassì?
PRIMO PROFESSORE Tutto! L’unica cosa che si salva è giusto la nebbia.
SECONDO PROFESSORE (disperato) Milano non c’è, Milano non c’è!!
PRIMO PROFESSORE (andandogli appresso, paterno) Professore, coraggio, ci rimane sempre Bergamo... Bergamo esiste.
SECONDO PROFESSORE (sottotono, buttando via) Appunto, che io piango!
INGEGNERE (interviene impacciato) Scusate, ma non riesco a seguirvi. Di che Milano state parlando?
PRIMO PROFESSORE (ovvio, professorale) Di quella archeologica, naturalmente: la Mediolanum degli antichi romani. La Milano moderna, il fatto che esista o meno, lei capisce non ci interessa affatto.
SECONDO PROFESSORE Come, non ci interessa?... (Molla una gran botta a mano tesa sul tavolo cosparso di fogli. Un foglio gli resta appiccicato al palmo della mano. Se lo toglie alla maniera dei medici quando strappano i cerotti delle medicazioni) Sto disgraziato! M’ha fatto venire un colpo!... «Non esiste! Non esiste! È una fantasia! » Io ti stronco il piede sano anche a te! A te e alla tua Mediolanum archeologica! (Si leva in piedi di scatto e cerca di colpirlo col bastone).
SIGNORINA Si calmi, si calmi, professore... (Si avvicina e quasi lo abbraccia).
PRIMO PROFESSORE (si mette al riparo dietro la scrivania) No, no... Lasciate, lasciate che si sfoghi!
La signorina fa per andarsene. Il professore la trattiene.
Da Chi ruba un piede è fortunato in amore, in Le commedie di Dario Fo, Einaudi, 1975