Vico Equense c'è... Guida dell'Espresso, i ristoranti top 12 della Campania

Torre del Saracino, Vico Equense 
Fonte: Antonio Corbo da La Repubblica Napoli

Tra i Magnifici 12 c’è una novità. Nino Di Costanzo con il nuovo locale riporta Ischia nel circuito delle grandi tavole, segnalate dalla guida “I ristoranti dell’Espresso 2017”, presentata ieri alla Stazione Leopolda di Firenze e da oggi in edicola. Il volume diretto da Enzo Vizzari (600 pagine, 22 euro; 7,99 euro in versione digitale in app disponibile per Iphone, Ipad e dispositivi Android) ritorna con una formula nuova, come una settimana fa la “Guida Vini d’Italia 2017”. Sono aboliti i voti. Indicativi i simboli: da uno a 5 cappelli, per segnalare cucina buona, di qualità e di ricerca, ottima, eccellente. In cima, la sezione “Meglio non c’è”. Tra i pregi della nuova opera, un lungo elenco con descrizione di pizzerie. La Margherita in versione gourmet è l’evoluzione del cibo d’autore: concilia qualità dei prodotti e prezzo clemente, la piazza è per tutti. Tiene Capri, in lieve calo la costa sorrentina. La Campania è presente tra i “4 cappelli” con “Taverna Estia” di Brusciano, un paese sulla Napoli-Avellino, nel Nolano. La Guida rimarca il felice contrasto “tra le brutture ordinarie dell’hinterland napoletano” e il ristorante della famiglia Sposito, fatto di “talento, passione e tanto impegno”. Lo chef: “Francesco, un puledro di classe cristallina”. Tra i suoi piatti “Chips di ventricella di baccalà” e “Bigné al nero di seppia farcito di burrata e gamberi viola”. Con gli intramontabili della penisola sorrentina (Alfonso Iaccarino e Gennarino Esposito) in primo piano figurano chef ormai celebri. La guida, quest’anno ancora più selettiva, ne recupera uno dalla carriera movimentata, un nomade del buon gusto: Nino Di Costanzo che ad Ischia trasborda da “Il Mosaico” di Casamicciola dei fratelli Polito, famiglia di storici albergatori, al recente “Danì Maison” di Ischia Porto. I giudizi migliori coincidono con gli chef più famosi, il trionfo dell’uomo sul locale, dell’artista sull’azienda, del genio creativo sull’investimento finanziario.


Un po’ come nell’ippica: alla storia del trotto è passato Tornese, 133 vittorie in carriera, ma protagonista era il driver, Sergio Brighenti, il solo che sapesse far decollare in pista il “Sauro Volante”. A Nino Di Costanzo è bastato aprire il nuovo locale per inserirlo già tra i primi cinque segnalati per “Ottima Cucina”, al fianco di quattro miti del settore. Tra questi, ovvio, c’è “Don Alfonso 1980” di Sant’Agata sui due Golfi, il più noto e amato dei campani secondo una ricerca internazionale di qualche anno fa. L’elegante locale di Alfonso e Livia Iaccarino, con i figli Ernesto in cucina e Mario in sala, è accreditato come ambasciatore della Dieta Mediterranea: era tra i suoi ammiratori proprio Ancel Keys, il medico americano che teorizzò quel profilo alimentare come il segreto della lunga vita. Con la moglie Margaret osservava cibo e stili di vita dei centenari del Cilento, frequenti i suoi viaggi a Sant’Agata sui due Golfi per pranzare con lo scrittore Gore Vidal. Il Parco del Cilento, con il sindaco Cono D’Elia di Morigerati, lancia un progetto suggestivo: il grano antico sarà l’attrazione dell’estate 2017. Keys ama una ricetta di spaghetti con pomodoro e peperoncino verde, un dettaglio ben descritto nel volume “Dieta Mediterranea” dell’antropologa Elisabetta Moro. Alfonso Iaccarino da novembre a marzo chiude il “Don Alfonso”, gira in tournée tra Roma, Macao e Casablanca. “Triglia con crosta di capperi” compete con altri piatti “rispettosi del passato ma senza muffa, in un ristorante che il mondo ci invidia”, come si legge nella Guida di Enzo Vizzari. “Gelato di anguilla e caviale” è una creazione di Ernesto, che guida la cucina con sicuro talento. Si afferma come l’erede di una storia immensa. Il ristorante “Caruso” dell’Hotel Vesuvio ha lanciato la Dieta Mediterranea come trama dell’estate 2016, invitando 4 grandi chef. Per Ernesto Iaccarino, protagonista al “Caruso” il prossimo 4 novembre, sono esaurite da giugno le prenotazioni. Anche Michele De Leo si è esibito ad agosto, ed è tra i cinque chef con “3 Cappelli”: porta in alto il ristorante “Rosellinis” di Hotel Palazzo Avino a Ravello. Vanta scuola francese e osa abbinamenti, la Guida cita il suo “Rigatone all’arrabbiata con vongole veraci”. A Vico Equense si conferma ad alte quote Gennarino Esposito, con il suo “Torre del Saracino”. Descritto il suggestivo panorama, la Guida esalta “consolidata esperienza e armonia dei gusti”, ma anche le “Candele spezzate su carciofi arrostiti” e “Trippe di baccalà”, oltre a “Cervella fritta di agnello Laticauda”. Interessante annotazione sui prezzi corretti. “Kreisos” di Telese Terme ottiene anche un premio speciale. Elegante e moderno il Casale nel restauro di Giuseppe Iannotti, ingegnere, per 5 anni consecutivi in estasi nello spagnolo “Bulli”. Fa sognare il suo cervo di irresistibile gusto. Una Guida sicura per le pizzerie, figurano le migliori. Domina “La Notizia” di Enzo Coccia, che della pizza insegna i segreti in Israele e Russia. Emergono i fratelli Salvo. Ciro a Napoli con “50 Kalò” gli altri due a San Giorgio a Cremano, hanno lanciato la “Cosacca”. Ancora a Napoli “Concettina ai tre Santi” nella popolare zona della Sanità. “Il riferimento assoluto per la pizza fritta” è invece “La Masardona”, che da banco con cibo di strada è contesa in Italia per grandi eventi: lo spumante accompagna il suo “Battilocchio”. Un urlo che sale da un vicolo di Napoli antica.

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