Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Indagato. Rinviato a giudizio. Prescritto e assolto. E poi licenziato. E’ la storia di Michele Tatarelli, l’ex comandante della polizia di municipale che torna a trascinare in tribunale il Comune di Vico Equense. La battaglia è nota: l’ex funzionario vuole riottenere il suo posto di lavoro e si scaglia contro la procedura amministrativa passata al vaglio del segretario Luigi Salvato. Nel mirino finisce la decisione con cui il Comune, dopo anni di lavoro, ha messo alla porta Tatarelli. Motivo? Le tante beghe, a detta dell’amministrazione comunale, hanno minato, in maniera decisiva, il rapporto di fiducia con l’ente. Da qui la scelta di optare per un altro responsabile, individuato nell’attuale comandante Ferdinando De Martino. Tatarelli ha impugnato la sentenza sfavorevole emessa l’anno scorso dal giudice del lavoro del Tribunale di Torre Annunziata che respinse il primo ricorso dell’ex capo dei vigili urbani. Il Comune la spuntò e il contenzioso sembrò avviarsi ai titoli di coda. Ora spunta il secondo round di una querelle intricata, per certi versi anche “cruenta”. Tatarelli si è rivolto alla sezione lavoro della Corte d’Appello di Napoli che dovrà esprimersi sull’ordinanza del Tribunale di Torre Annunziata. Tatarelli, affiancato dal proprio pool difensivo, intende ottenere l’annullamento del procedimento che aveva portato l’amministrazione a licenziarlo.
L’ex comandante dei vigili muove pesanti rilievi sull’intero operato del Comune invocando l’immediata reintegra nel posto di lavoro con la conseguente condanna del Comune anche al pagamento del risarcimento dei danni oltre al versamento dei contributi previdenziali. E tutto ciò al di là di spese, diritti e onorari da valutare in sede di giudizio bis. Tempo fa scoppiò la bagarre anche per la conferma, stabilita da Salvato, del provvedimento di sospensione del comandante. Uno stop che lo stesso Tatarelli aveva già “espiato”. Molto si lega anche al processo in cui l’ex comandante fu assolto con dalle accuse di corruzione e abuso d’ufficio per gli autovelox installati lungo la Statale sorrentina e che, secondo la Procura di Torre Annunziata, erano stati “taroccati”. Nessuna condanna anche per l’altro giudizio in cui Tatarelli era imputato, ovvero quello riguardante la ricostruzione di un manufatto.
Vico Equense - Indagato. Rinviato a giudizio. Prescritto e assolto. E poi licenziato. E’ la storia di Michele Tatarelli, l’ex comandante della polizia di municipale che torna a trascinare in tribunale il Comune di Vico Equense. La battaglia è nota: l’ex funzionario vuole riottenere il suo posto di lavoro e si scaglia contro la procedura amministrativa passata al vaglio del segretario Luigi Salvato. Nel mirino finisce la decisione con cui il Comune, dopo anni di lavoro, ha messo alla porta Tatarelli. Motivo? Le tante beghe, a detta dell’amministrazione comunale, hanno minato, in maniera decisiva, il rapporto di fiducia con l’ente. Da qui la scelta di optare per un altro responsabile, individuato nell’attuale comandante Ferdinando De Martino. Tatarelli ha impugnato la sentenza sfavorevole emessa l’anno scorso dal giudice del lavoro del Tribunale di Torre Annunziata che respinse il primo ricorso dell’ex capo dei vigili urbani. Il Comune la spuntò e il contenzioso sembrò avviarsi ai titoli di coda. Ora spunta il secondo round di una querelle intricata, per certi versi anche “cruenta”. Tatarelli si è rivolto alla sezione lavoro della Corte d’Appello di Napoli che dovrà esprimersi sull’ordinanza del Tribunale di Torre Annunziata. Tatarelli, affiancato dal proprio pool difensivo, intende ottenere l’annullamento del procedimento che aveva portato l’amministrazione a licenziarlo.
L’ex comandante dei vigili muove pesanti rilievi sull’intero operato del Comune invocando l’immediata reintegra nel posto di lavoro con la conseguente condanna del Comune anche al pagamento del risarcimento dei danni oltre al versamento dei contributi previdenziali. E tutto ciò al di là di spese, diritti e onorari da valutare in sede di giudizio bis. Tempo fa scoppiò la bagarre anche per la conferma, stabilita da Salvato, del provvedimento di sospensione del comandante. Uno stop che lo stesso Tatarelli aveva già “espiato”. Molto si lega anche al processo in cui l’ex comandante fu assolto con dalle accuse di corruzione e abuso d’ufficio per gli autovelox installati lungo la Statale sorrentina e che, secondo la Procura di Torre Annunziata, erano stati “taroccati”. Nessuna condanna anche per l’altro giudizio in cui Tatarelli era imputato, ovvero quello riguardante la ricostruzione di un manufatto.