Stefan W. Hell e Gaetano Manfredi, rettore dell'Università Federico II |
Vico Equense - Il fisico tedesco di origini rumene Stefan W. Hell, premio Nobel per la chimica nel 2014 assieme agli statunitensi Eric Betzig e William E. Moerner per aver sviluppato la tecnologia del microscopio a fluorescenza a super – risoluzione, si trovava un anno fa a Vico Equense per ricevere il Premio Capo d’Orlando nell’edizione del 6 maggio 2016. L’ideatore del microscopio che ha abbattuto il limite della visione ritenuto in precedenza insuperabile, fornendo la possibilità di migliorare l’osservazione delle cellule viventi, lavora attualmente presso il Cancer Research Center di Heidelberg e la nuova edizione del Premio costituisce l’occasione per ricordarlo e ringraziarlo per l’onore conferito alla nostra città dalla sua presenza e da quella della sua famiglia. Alla base della sua scoperta un’idea veramente geniale, nata dalla “noia” per un lavoro nel campo della microscopia che aveva fatto nascere il lui l’esigenza di impegnarsi nel risolvere un problema ritenuto irrisolvibile. « Ho molto in comune con i miei colleghi » dice Hell nel suo « banquet speech » in occasione del Nobel, proiettato a Vico Equense nell’ambito del suo intervento, condotto con grande capacità comunicativa e simpatia: « ...la passione per quello che facciamo e l’attrazione per quello che non può essere fatto o, lasciatemelo dire, per quello che secondo il pensiero comune non può essere fatto! »
Ma come è nata l’idea che ha cambiato il corso della ricerca scientifica e della medicina contemporanea? «In un dormitorio per studenti, in quello che potreste chiamare un soggiorno. Così, che cosa serve per compiere un’importante scoperta? Bene, avete innanzitutto bisogno di un soggiorno! O almeno di un posto per dormire. E addormentandovi potrete dimenticare che gli altri vi considerino troppo avventati o troppo sciocchi. Ma al mattino potreste trovarvi a dire: “Ho così tante scelte da fare ogni mattina, ogni giorno, cosa proseguire e cosa abbandonare, posso essere il miglior giudice per me stesso e allora...andiamo avanti e facciamolo, perché niente ha un potere maggiore di un’idea quando è arrivato il tempo perché sia concepita, anche se questo avviene in una living room o per qualcuno in una modesta abitazione. Così, adottiamo una cultura che affronti i problemi ritenuti impossibili da risolvere ...» Non si è parlato solo di scienza, nel Premio Capo d’Orlando a Vico Equense, ma abbiamo avuto il privilegio di essere a contatto con una persona di superiore intelligenza, moralità e sentimento, capace di dare con la sua passione un apporto unico alla società contemporanea! Grazie, Stefan Hell ad un anno di distanza e grazie per la bella e singolare dedica alla scuola che dirigo, redatta nella splendida cornice dei Camaldoli di Arola, che è risultata rivolta a tutti a causa del mio approssimativo inglese, anche se mediato dai buoni uffici di Umberto Celentano, direttore del Museo ed organizzatore del Premio: «Thank you for a perfect afternoon with great hospitality, excellent food and in one of the most beautiful location in Europe! I wish you all the best and hope to return soon!». Una dedica che proprio per questo lascia un sorriso e la consapevolezza di vivere in uno dei luoghi più belli d’Europa, che il Premio Capo d’Orlando concorre a far conoscere ed amare nel mondo. Un luogo “la cui bellezza non si può capire se non si vede”, come nelle parole di esordio del discorso di Hell a Vico, quando ha spiegato che allo stesso modo nella scienza vi è bisogno di vedere per capire, collegando la bella città di Vico Equense allo scopo ed all’essenza del suo lavoro.