VENEZIA - Operazione “Light Fuel”: 400 milioni di litri di carburante in frode, 31 persone sotto indagine. Dalle prime ore di oggi oltre 100 finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia stanno eseguendo decine di perquisizioni delegate dal Procuratore della Repubblica del capoluogo veneto, Dott. Carlo Nordio, nei confronti di distributori stradali e depositi di carburanti.
La delicata e complessa operazione odierna conclude una importante indagine in corso dal novembre del 2015 volta a disarticolare 4 organizzazioni criminali dedite alle frodi nel settore dei carburanti per autotrazione.
Tutto ha preso avvio da una specifica analisi di rischio attivata dai finanzieri della locale sezione “Oli minerali” e dai successivi riscontri sul terreno che hanno consentito di verificare l’esistenza di significative differenze di prezzo alla pompa tra gestore e gestore, non giustificabili attraverso le normali dinamiche di mercato.
Le conseguenti attività di osservazione e pedinamento di autobotti, l’acquisizione di copiosissima documentazione commerciale e una consulenza tecnica, ordinata dalla Procura, sulle componenti del prezzo dei prodotti petroliferi hanno completato il quadro.
Ingentissimi sono i recuperi erariali proposti per i danni inferti al mercato dei carburanti. A fronte degli oltre 400 milioni di litri di benzina e gasolio illecitamente immessi in consumo in tutto il territorio nazionale, per un controvalore di 360 milioni di euro, sono stati oggi sequestrati 18 milioni di litri di carburante che consentiranno, sostanzialmente, di recuperare le imposte finora evase pari a 23 milioni di IVA e 3 milioni di accise rispetto ad una base imponibile non dichiarata per oltre 120 milioni di euro.
Il complesso e vasto meccanismo fraudolento, ormai consolidato, è stato realizzato attraverso la classica interposizione di società “cartiere”, quelle cioè poste tra il fornitore ed il destinatario finale che, poi, non versano allo Stato l’IVA incassata.
In altri casi la società interposta dichiarava di essere un esportatore abituale e, potendo acquistare carburanti senza l’applicazione dell’IVA, lucrava sulla differenza con l’Imposta incassata in vendita e mai versata all’Erario.
I due meccanismi fraudolenti portano alle medesime, illecite conclusioni: l’IVA e l’accisa, qualora quest’ultima non sia stata corrisposta da precedenti depositari, non vengono versate all’erario, consentendo ad organizzazioni criminali come quelle oggi scoperte di battere qualsiasi concorrente poiché offrono il prodotto petrolifero a prezzi inferiori e non praticabili dagli operatori onesti.
Sono stati, infine, notificati avvisi di garanzia nei confronti di 31 indagati in varie località italiane, in particolare, Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo. I reati contestati, vanno dall’associazione per delinquere, all’omessa presentazione della dichiarazione, dalla presentazione di dichiarazione infedele alla sottrazione al pagamento dell’accisa, dalla ricettazione all’occultamento della documentazione contabile.
I soggetti coinvolti nella frode rischiano, oltre agli ingenti sequestri di beni di cui si è detto, condanne anche superiori ai sei anni di reclusione.
SCHEDA DEL COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI VENEZIA
Attività di polizia giudiziaria a contrasto delle frodi nel settore delle accise.
Operazione “Light Fuel”.
1. Il Nucleo di polizia tributaria di Venezia sta eseguendo 14 perquisizioni delegate dalla localeProcura della Repubblica, nei confronti di distributori stradali di carburante siti nella Provinciadi Venezia, finalizzate al sequestro di 18 milioni di litri di benzina e gasolio oggetto diricettazione.
Nel contempo, sono in corso di notifica avvisi di garanzia, nelle province di Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo, nei confronti di 31 soggetti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, omessa presentazione della dichiarazione e di dichiarazione infedele, sottrazione al pagamento dell’accisa ed occultamento della documentazione, nonché ricettazione, per aver gestito 16 società di trading, fornitrici dei prodotti petroliferi, risultate mere cartiere interposte al fine di consentire, nel solo 2015, l’illecita cessione ai distributori stradali di carburanti di 150 milioni di litri di prodotto in tutto il territorio nazionale.
Il servizio sarà illustrato nel corso di apposita conferenza stampa che si terrà il 25 gennaio, alle ore 10,30 presso il Comando Provinciale di Venezia, a cui parteciperà il Procuratore della Repubblica di Venezia, Dott. Carlo Nordio.
2. L’attività d’indagine trae origine dal mirato monitoraggio, avviato nel mese di novembre 2015, dei prezzi praticati dai distributori stradali di carburanti della provincia di Venezia, mediante il quale è stato possibile individuare numerosi operatori che applicavano un prezzo “alla pompa” sensibilmente inferiore rispetto alla media di mercato nella specifica area territoriale.
Sono stati quindi predisposti servizi di osservazione e appostamento in forma occulta nei confronti di questi ultimi distributori stradali, dai quali è stato appurato che il prodotto veniva trasportato da autobotti senza insegne. I successivi riscontri alle banche dati in uso al Corpo permettevano di individuare ulteriori elementi sul conto delle imprese fornitrici, all’esito dei quali è stata interessata la Procura della Repubblica di Venezia che ha disposto l’acquisizione della documentazione riguardante le forniture di prodotto petrolifero presso tutti i distributori stradali risultati praticare prezzi “anomali”.
A seguito dell’esame documentale, dei riscontri contabili presso gli intermediari e i grossisti, dell’escussione a verbale di altre sommarie informazioni dei soggetti coinvolti e delle persone utili alle indagini, nonché dell’esecuzione di rogatorie internazionali, è stato possibile ricostruire l’intera “filiera” commerciale.
3. Il complesso degli elementi acquisiti ha consentito di individuare il meccanismo fraudolento che permetteva l’applicazione di prezzi particolarmente bassi. In particolare, è stato accertato che quattro organizzazioni criminali, attraverso l’interposizione di numerose società, molte delle quali “cartiere” intestate a prestanome, operanti su tutto il territorio nazionale, hanno immesso sul mercato nel 2015 e nel 2016 400 milioni di litri di gasolio e benzina a prezzi non concorrenziali, avvalendosi delle seguenti modalità illecite:
style="text-align: justify;">a. acquisto di prodotto da depositi fiscali siti in Italia senza applicazione dell’IVA, per effetto della presentazione di false dichiarazioni d’intento. I carburanti così acquistati dalle società riconducibili alle quattro organizzazioni criminali sono stati, poi, ceduti ai distributori stradali, in alcuni casi anche tramite l’interposizione di intermediari, con applicazione dell’IVA che viene incassata, ma non versata all’erario;
b. acquisto intracomunitario di prodotto, da parte di società compiacenti intestate a prestanome, con successiva vendita in Italia con addebito dell’IVA al cessionario, incassata ma non versata all’erario;
c. acquisto di prodotto da depositi fiscali siti in Italia da parte di società “cartiere” che rivendevano il carburante ai distributori stradali, con applicazione dell’IVA che veniva incassata e non versata all’erario; in alcuni casi, è stato altresì riscontrato che le “cartiere” omettevano di corrispondere l’accisa gravante sui prodotti petroliferi, compensandola con fittizi crediti IVA.
4. Al fine di corroborare le risultanze investigative, l’Autorità Giudiziaria ha nominato un
consulente tecnico, il quale, attraverso lo studio delle componenti che concorrono alla
formazione della quotazione di vendita dei carburanti (predeterminate e fisse nel loro
ammontare, nonché sottratte alla libera determinazione degli operatori), ha individuato il
prezzo giornaliero minimo applicabile.
La perizia del consulente ha confermato che i prezzi praticati dalle società fornitrici coinvolte
nella frode non potevano in alcun modo essere determinati da dinamiche di mercato o da
politiche commerciali lecite, per cui il prezzo artificiosamente basso non poteva che essere
giustificato dalla provenienza illecita del prodotto.
Tale circostanza, unita alle dichiarazioni rese in atti da alcuni operatori di settore che non
avevano aderito alle proposte di vendita effettuate dalle cartiere, secondo i quali
l’applicazione di prezzi particolarmente bassi e “fuori mercato” può dipendere solo da
operazioni illecite effettuate a monte, ha consentito di poter dimostrare la consapevolezza
dei distributori che si sono approvigionati dalle cartiere dell’origine illecita del prodotto, che
sono stati denunciati per il reato di ricettazione.
5. Nell’ambito delle indagini è stato altresì appurato che le società fornitrici coinvolte nella frode
hanno acquistato una parte significativa dei prodotti petroliferi in Slovenia. Tra queste una è
risultata avere sede legale a Malta e operativa in Svizzera. L’Autorità Giudiziaria ha,
pertanto, attivato apposite rogatorie in Svizzera, Malta e Slovenia, al fine di acquisire gli
ulteriori elementi probatori in merito all’origine del prodotto, nonché all’operatività della
menzionata società estera.
Inoltre, in considerazione del profilo transnazionale della frode, con il coordinamento del II
Reparto del Comando Generale del Corpo, è stata effettuata apposita comunicazione al
Membro Nazionale di Eurojust, ai sensi dell’art. 7, comma 3, della Legge 14 marzo 2005, n.
41. In tale ambito, un Ufficiale del Nucleo di polizia tributaria di Venezia ha partecipato ad un
incontro tenutosi a L’Aia, presso la sede di Europol, nel mese di giugno 2016, nell’ambito del
quale sono state condivise le risultanze e le informazioni in possesso delle Forze di Polizia
interessate.
6. Al fine di ricostruire il volume d’affari delle società di trading oggetto d’indagine, presso le
quali, nel corso delle attività di p.g. delegate, non sono stati rinvenuti fatture, né documenti
contabili, si è reso necessario effettuare acquisizioni documentali presso i clienti delle stesse,
con lo scopo di acquisire le relative fatture di vendita di carburanti. A tal fine, nello scorso
mese di novembre 2016 sono stati eseguiti oltre 250 ordini di esibizione di documentazione
nei confronti di tutti i clienti in precedenza individuati, ubicati su tutto il territorio nazionale ad
eccezione delle regioni Sardegna e Valle d’Aosta.
Dall’esame della copiosa documentazione acquista nell’ambito di tale attività, è stato
possibile determinare con certezza l’ammontare complessivo delle operazioni imponibili
poste in essere da ciascuna società di trading coinvolta nella frode.
Le attività investigative sono state oggetto di apposita riunione di coordinamento tenutasi in
data 12 dicembre 2016 presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo atteso che
numerosi soggetti emersi sono sottoposti ad indagine anche da parte di altre Procure della
Repubblica.
Le indagini svolte hanno complessivamente consentito di:
a. individuare 30 società, tra depositi, trader e distributori stradali di carburanti, coinvolte
nella frode, responsabili di aver immesso illecitamente sul mercato nazionale, nel biennio
2015/2016, 400 milioni di litri di benzina e gasolio, per un controvalore di 360 milioni di
euro, corrispondenti a circa 11.100 autobotti ed a 8 milioni di pieni di carburante, acquistati
da 259 distributori stradali ubicati in tutto il Paese;
b. denunciare, a vario titolo, 31 soggetti per i reati di associazione per delinquere, omessa ed
infedele presentazione delle dichiarazioni fiscali relative al 2015, sottrazione al pagamento
dell’accisa, ricettazione e occultamento della documentazione contabile;
c. quantificare, per l’anno 2015, accise evase per 3 milioni di euro, base imponibile non
dichiarata per 127 milioni di euro ed IVA evasa per 23 milioni di euro;
d. sequestrare agli autori del reato di ricettazione 18 milioni di litri circa di prodotto pari ai
quantitativi di carburanti consumati in frode nella provincia di Venezia nell’anno 2015.
7. Le indagini sono, tuttora in corso, in quanto è stato accertato che nel 2016 ventuno società di
trading, riconducibili a 4 associazioni criminali hanno effettuato cessioni di circa 250 milioni di
litri di carburante per autotrazione, per un controvalore di base imponibile pari a 230 milioni
di euro, venduto sempre a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato.