Le incongruenti pretese dei profughi


Testo di Paolo Sensini


Una constatazione elementare: non appena vi è qualcosa che non li soddisfi (cibo, wifi, alloggi, rassismo, ospitalità, vestiti), i finti "profughi" sbarcati in Italia dalla marina militare si ribellano ed esigono a gran voce o con
sommosse il "rispetto dei loro diritti". Dai paesi da cui provengono, invece, se la sono squagliata senza rivendicare alcunché, abbandonando vigliaccamente in loco donne, bambini e anziani. Un comportamento così esemplare e rimarchevole che la presidenta Boldrini, con il solito tempismo, equilibrio mentale e infallibilità di giudizio, ha salutato come inconfondibile segno dei "nuovi partigiani". Appena arrivati qua tutti indomabili reclamatori di "diritti e dignità umana"; là invece pecorelle che scappano a gambe levate senza aver opposto alcuna resistenza, ammesso che ve ne sia realmente bisogno nei loro contesti d'origine... C'è qualcosa che non torna, salvo i conti di Coop, Caritas e compagnia cantante. E forse anche qualcos'altro.

Subscribe to receive free email updates:

Related Posts :