A 12 Km dal paradiso


Sembra impossibile, ma poco fuori città c’è una pace e un silenzio incredibili. Proprio quello che sto cercando. Basta un’Ape Piaggio giallo per arrivarvi. Purtroppo, la conquista del paradiso non è facile. Deve scontrarsi con le paure di chi normalmente vive all’inferno senza saperlo. Tina ha una vasta clientela in città, il suo business di vestiti si svolge con molti clienti che le danno appuntamento a Tulear e senza un mezzo autonomo per raggiungerli, se per ipotesi vivesse con me ad Ankilibe, si troverebbe in difficoltà. Siamo arrivati al punto di ipotizzare un mio rientro in Italia, visto che al momento non sto guadagnando niente, ma è bastata la parola magica “motorino”, per ridurla a più facili ragionamenti. Del resto, ad Ankilibe, presso un bungalow del signor Bernard, siamo già vissuti nove anni fa e io quei 12 Km per arrivare in centro li facevo in bicicletta. Erano altri tempi. Ora sono diventato una persona anziana. Dodici Km sotto il sole tropicale non li reggerei, ma Tina sì, con uno scooter nuovo di fabbricazione ovviamente cinese.



Ci sono altri intoppi, purtroppo. Con il signor Bernard, che ora ha 80 anni e da 17 vive in Madagascar, siamo venuti parlando di Fanja, la compagna che aveva all’epoca e che gli ha causato non pochi grattacapi. A Tina, nel corso della chiacchierata con il pensionato francese, almeno un paio di volte ho detto di lasciar perdere Fanja, ma la lingua batte dove il dente duole e sia Tina che Bernard hanno continuato a parlare dei dispetti e delle carognate che la signora che conoscemmo nove anni fa ha fatto al suo ex marito francese. Questo rinvangare vecchi sgradevoli ricordi deve aver messo il signor Bernard in una disposizione d’animo poco favorevole nei miei confronti, benché io mi ricordi che la donna fosse gentile con me e Tina, prestandoci, in un’occasione, addirittura il quad.




Io non capisco molto il francese, è una mia pecca, ma quando prima di congedarci dal proprietario ho chiesto reiteratamente il suo numero di telefono e ho notato che esitava a darcelo, ho capito che i 50 euro d’affitto mensile che gli avevo offerto per il bungalow non erano di suo gradimento, visto che lui ne aveva chiesti 80. Ma secondo noi non è una questione di soldi. E’ proprio che Bernard, in attesa di divorzio da Fanja da quattro anni, è troppo spaventato dall’idea che la donna gli faccia qualche altra vendetta giudiziaria, se venisse a sapere che ha affittato un bungalow senza il suo consenso. Lei al momento sta nelle isole Reunion, dove lavora come cameriera, ma ha alcuni contatti a Tulear che la informerebbero delle mosse del suo ex marito. Probabilmente, Bernard non ha creduto che anche Tina, a suo tempo, ha litigato con quella donna e potrebbe addirittura pensare che sia stata mandata da lei, per metterlo in difficoltà. La mente umana, in genere, è contorta, quella femminile è demoniaca e nel caso del pensionato francese vale il proverbio: “Il cane scottato ha paura anche dell’acqua fredda”.




Ci sono poi i problemi di natura tecnica, ma non vale la pena dilungarsi troppo, almeno finché non conosceremo la risposta del signor Bernard, se ci dà il bungalow in affitto o no. Accenno solo al fatto che bisognerebbe scavare un pozzo per l’acqua, sistemare una pompa elettrica perché la invii al serbatoio sopra il lavello della cucina e posizionare un pannello fotovoltaico sul tetto per avere luce e corrente elettrica, che mi permetterebbe di avere un frigo funzionante. In alternativa, se il fotovoltaico non dovesse bastare, potrei procurarmi un frigo a gas, come quello che Fanja ci aveva messo a disposizione nove anni fa nel bungalow vicino, dove passai tre mesi fantastici della mia vita. Nove anni fa andavo in bici tutte le mattine alla montagna, distante un paio di chilometri, a cercare la solitudine della natura, ad ascoltare il canto del Coucal (Centropus toulou) e, se capitava, a recuperare qualche fossile. Oggi mi accontenterei della pace e della tranquillità che quei luoghi assolati trasmettono. Tina è volubile, passa dalla collera all’entusiasmo. Bernard mi sembra piuttosto spaventato. E a me non resta che aspettare qualche giorno prima di tornare a fargli visita. Per ora, tengo le dita incrociate.




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