Si usa per indicare una persona fannullona, che gira e gira (vagabonda) ma poi, alla fine non compie niente e non porta niente a conclusione, un perditempo. La sua etimologia non è molto chiara. Chi la fa derivare dall’antica voce “bigollone” (accrescitivo di bigollo o pigollo) che significa “trottola”, proprio ad indicare questo vagare senza fine, senza concretizzare un qualcosa. Altri, invece, ne indicano l’origine da “bico” o “bigo” cioè “baco” o “babbeo”, cioè “sciocco”. Anche “babbeo” è un altro modo di dire molto comune in Toscana. Deriva dal volgare latino “babbejus” cioè “babbius”, appunto, sciocco, da cui anche “babbaleo”: sempliciotto, colui che parla senza saper quel che dice.
Roberto Di Ferdinando
Roberto Di Ferdinando