COMO - Fine Turno, libro di Stephen King (Sperling & Kupfer 2016, 478 pagine). Fine turno è il terzo libro che vede come protagonista il detective in pensione Bill Hodges. La trilogia è iniziata con Mr Mercedes e proseguita con Chi perde paga. Ritroviamo i personaggi che ci hanno accompagnato nei romanzi precedenti: il serial killer Brady Hartsfield, ricoverato in stato vegetativo dopo che la collaboratrice di Hodges, Holly Gibney l’ha colpito alla testa, impedendogli di compiere una strage.
Dei tre romanzi questo è il più sovrannaturale, perché, incredibilmente, Brady, nonostante le sue condizioni, riesce a uccidere.
E come ci riesce? Attraverso dei giochi elettronici da lui modificati, induce in una sorta di trance le sue vittime, spingendole al suicidio.
Ha sviluppato la capacità di impossessarsi dei corpi del suo medico curante e dell’inserviente, così da usarli come automi quando deve uscire dalla sua camera.
Hodges lo sospetta, ma non riesce a comprendere come possa accadere tutto ciò.
Inoltre, la fretta preme sulle sue indagini, perché scopre di avere un tumore che lo porterà alla morte.
Il suo ex collega, vicino alla pensione, al fine turno appunto, lo interpella per quest’ultimo caso.
Così, ritroviamo lui e i vari personaggi già conosciuti nei libri precedenti, impegnati in questa lotta senza quartiere contro un nemico subdolo e invisibile.
Quando Hodges morirà, sulla sua lapide, verrà scritto: fine turno.
Come sempre, in un romanzo scritto con perizia e fantasia, da una mano che, nonostante gli anni trascorsi in questa operazione, non è affatto consumata, ma rimane sempre abile e capace; King inserisce qualcosa di vero. Nell’ultima lettera scritta in fondo alla sua opera, ci mette a conoscenza del fatto che, nonostante Fine turno sia un’opera di fantasia, l’alto tasso di suicidi di cui narra, è una realtà in America e nei tanti paesi dove i suoi libri vengono letti.
Il numero per la prevenzione dei suicidi citato è davvero quello da utilizzare negli Stati Uniti: 1-800-273-8255. Mentre per l’Italia è: 199-284-284.
Mi piace molto l’ultima frase con la quale chiude: “Se vi saltano in testa idee del cacchio, per usare un termine caro a Holly Gibney, non esitate e contattarlo. Perché qualsiasi situazione può migliorare, se gliene darete l’occasione”.