“Fiabe popolari: Zampogne e zampognari”. Il giornalista e scrittore Mauro Gioielli con gli studenti di Frosolone

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FROSOLONE - Canti e Cunti, canzoni e fiabe in compagnia di Mauro Gioielli. Continuano gli incontri che il giornalista e scrittore Mauro Gioielli sta tenendo con gli alunni di alcuni istituti scolastici molisani. Dopo quello di lunedì scorso a San Giuliano del Sannio, il 12 dicembre 2016 Gioielli sarà a Frosolone (scuola primaria di San Pietro in Valle, Macchiagodena e Civitanova del Sannio) dove incontrerà oltre centocinquanta ragazzi che hanno adottato “Fiabe popolari: Zampogne e zampognari”, un libro di testo che unisce la cultura etnica del territorio alla letteratura e alla musica, con una visione didattica interdisciplinare, di grande interesse e stimolo per gli alunni in età scolare.

Considerato il maggiore demologo molisano, Mauro Gioielli vanta importanti esperienze a livello nazionale e internazionale. I suoi ambiti d’interesse sono soprattutto la fiabistica tradizionale, l’etnomusicologia e le feste popolari. In tali settori, è autore di oltre mille pubblicazioni (libri, saggi e articoli culturali) alle quali si aggiungono le non poche produzioni discografiche e alcuni documentari di antropologia visiva.

Come fiabista, ha alle stampe la trilogia fondamentale della
narrativa folklorica molisana: «Fiabe isernine» (1984), «Fiabe molisane» (1990), «Fiabe, leggende e racconti popolari del Sannio» (1993). 

A lui si devono, altresì, quasi tutti i più qualificati studi sulle usanze rituali molisane, fra cui, di particolare rilievo, quelle legate al ciclo natalizio e al carnevale. Ha inoltre studiato le ricorrenze religiose correlate alla civiltà della transumanza e le peculiarità cultuali delle più note feste regionali.

Imprescindibili, per tutti gli studiosi del settore, le sue indagini organologiche sulle zampogne, con la pubblicazione di importanti opere, tra cui i due monumentali volumi intitolati «La Zampogna. Gli aerofoni  a sacco in Italia» (2005) e i tanti contributi editi dalla rivista “Utriculus”. È stato anche direttore artistico del Festival della Zampogna di Scapoli dal 1991 al 2002. Da ricordare, altresì, gli oltre duemila concerti effettuati in Italia e all’estero (Canada, Austria, Svizzera, Argentina, Francia, Spagna, Belgio, Turchia, Bosnia, Polonia, Usa) e la scoperta o riscoperta di strumenti musicali sconosciuti o poco conosciuti, fra cui la calamaula latina, la sambogna pugliese, la coppa bagnolese, il fraule a cocchia e il bufù sepinesi, la strucuratora campobassana, il surdastro dei tarantolati, il phagotus rinascimentale.

Non meno importanti sono le sue ricerche riguardanti la cultura obliterata, la demoiatria, la pastorizia, le danze etniche, le attività ludiche, i proverbi, la gastronomia, il tarantismo, la cultura materiale.

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