Miguel Hernandez |
Ho queste ossa per le pene
e per cavillare queste tempie,
pena che va e cavillo che viene
come il mare dalla riva alle arene.
Come il mare dalla riva alle arene
vo nel naufragio degli andirivieni
per una notte oscura di padelle
rotonde, poverelle, tristi e brune.
Niente mi salverà da quel naufragio
tranne il tuo amore, la zattera che appresto,
o la tua voce, il nord verso cui tendo.
Così eludendo il cattivo presagio
da cui neanche in te starei al sicuro,
tra pena e pena vado sorridendo.
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Tengo estos huesos hechos a las penas…
Tengo estos huesos hechos a las penas
y a las cavilaciones estas sienes:
pena que vas, cavilación que vienes
como el mar de la playa a las arenas.
Como el mar de la playa a las arenas,
voy en este naufragio de vaivenes,
por una noche oscura de sartenes
redondas, pobres, tristes y morenas.
Nadie me salvará de este naufragio
si no es tu amor, la tabla que procuro,
si no es tu voz, el norte que pretendo.
Eludiendo por eso el mal presagio
de que ni en ti siquiera habré seguro,
voy entre pena y pena sonriendo.
Nota
Miguel Hernandez, nato nel 1910, fu da ragazzo pastore di capre, ma già a 24 anni, nel 1934, a Madrid è in contatto con i poeti più importanti del tempo da Jiménez ad Alberti e in grande amicizia con Pablo Neruda. Durante la guerra civile combatte da volontario nel V Reggimento. Finita la guerra, nel 1942, morirà di stenti e di tisi ad Alicante, nelle carceri di Franco nonostante la mobilitazione internazionale. Ho tratto la poesia dalla rete, la traduzione è mia.
(S.L.L.)