di Filomena Baratto
Vico Equense - Aprile è ormai alle spalle e avanza il mese delle rose, maggio, il più esplosivo, quello che porta cambiamenti radicali con l’estate alle porte. Di maggio adoro il profumo delle rose, quei cespugli posti davanti alle case, o lungo i sentieri, o nei giardini ben curati delle ville. Su tutto si spande il loro profumo. La rosa necessita di molta cura e ogni roseto ci parla di chi lo ha curato. Rose di tutti i colori tappezzano con il loro velluto ogni luogo. E non solo per le rose! Maggio è il mese più profumato, ricco di novità nel terreno e di germogli di ogni tipo. Nei campi è una danza con tutti i prodotti dell’orto, a cominciare dalle fragole. A volte si perdono nei solchi, quasi si nascondono dietro le foglie dentellate per non lasciarsi beccare dagli uccelli o dalle lucertole. Sono appariscenti i suoi fiori, ampi, bianchi, profumati, che a vederli non sai se coglierli o staccare solo i frutti. Si distinguono tra tutti i bei fiori di zucchine, così affusolati, lunghi, a cappello sull’esile tronco e tutti insieme sembrano onde di vento accarezzare il terreno. Gli alberi di frutti già aprono i loro fiori e gemme, ormai abbondanti sui rami, che emanano aromi fino a stordire. Anche il ciliegio ha fatto il suo carico di foglie e lascia intravedere, tra i rami, i primi abbozzi dei frutti nuovi. Ma il vero tripudio è dato dal glicine con i suoi grappoli pendenti, una ricca chioma sui pergolati che dondola al vento proveniente dal mare, oltre a recare un fruscio inconfondibile. Appena scosso, lascia cadere le corolle leggere, un po’ scurite dal sole e dal vento insistente.
I suoi grappoli si avvinghiano alle travi, si appoggiano l’uno all’altro in un abbraccio stretto. E chissà che sotto il pergolato di glicine non ci sia una bella distesa di piselli, con quelle foglioline tonde, giri e rigiri di steli e all’interno stami con macchie nere, baccelli gonfi che, se si aprono, fanno un suono piacevole e lasciano scorrere, come lungo un binario, la serie delle perline verdi. Crescono raccolti su esili asticelle per tenere alte le foglie e dare ai fiori la possibilità di produrre ricchi frutti senza perderne nemmeno uno. Sulle foglie e sui fiori volano a schiere le api, le farfalle, insetti colorati, coccinelle e grilli che si mimetizzano. Se si resta un bel po’ nei solchi, tra i piselli, subito una coltre di moscerini bianchi corre intorno a cercare dove andare a posarsi. Ma sono verdi anche le punte degli asparagi sugli steli solidi, a punta, come lance pronte per essere tirate, sembrano quasi una falange romana in posizione di attacco. Più in là la folta pianta di melanzane con i frutti appena abbozzati, i fiori caduti, le foglie di verde scuro, larghe, una sull’altra a nascondere il frutto. Ci sono filari di piccole piante di pomodori in procinto di crescere e i ciliegi già ricchi di foglie pronti per i primi bottoni di frutti. Maggio lo si respira nell’aria, arriva sul viso con i caldi raggi di un sole nuovo, si vede nei colori intensi e chiari dei panorami, lo si avverte in ogni dove. Anche i sentieri , ricchi di suoni d’insetti, riempiono di vita i tanti buchi nella pietra viva da cui escono le lucertole, donnine in abito verde sulle terrazze a prendere il sole. Strisciano indisturbate, un po’spaurite per il tempo passato a dormire e si danno ai primi abbozzi di caccia alle prede. E poi la vigna ben curata, sfoltita delle foglie più ribelli, già pronta con i grappoli acerbi, attende il sole più caldo per portare a termine il lavoro. I tetti diventano allegri, sonori, con mille canti e voci di uccelli, a lavoro per i nidi in costruzione come in un cantiere per montare piume e paglia in qualche tegola, sotto le grondaie, o sugli alberi più alti, nascosti tra le foglie e tra un trasporto e un altro cadono piccoli e uova. Finiscono tra i piedi, nell’erba già alta, e, mettendoli nei palmi delle mani raccolte, possono anche sopravvivere. Nidi anche nelle siepi o in qualche vaso molto grande sulle terrazze, dove i gerani mettono in bellavista le corolle di tinte pastello, da confondersi con le farfalle. Maggio è generoso anche in riva al mare dove si vedono i primi coraggiosi, stesi sui teli a prendere il sole, mentre sul capo volano gabbiani, con frenetici giri, increduli della leggerezza dell’aria e delle correnti favorevoli. Sugli scogli, solitari pescatori, con lenza e amo, attendono con pazienza, col loro secchio accanto, i vermetti nelle buste e, nel frattempo,osservano le rotte dei vaporetti in lontananza , mentre le scie portano a riva onde di rivoli e schiuma come carezza sul mare appisolato.
Vico Equense - Aprile è ormai alle spalle e avanza il mese delle rose, maggio, il più esplosivo, quello che porta cambiamenti radicali con l’estate alle porte. Di maggio adoro il profumo delle rose, quei cespugli posti davanti alle case, o lungo i sentieri, o nei giardini ben curati delle ville. Su tutto si spande il loro profumo. La rosa necessita di molta cura e ogni roseto ci parla di chi lo ha curato. Rose di tutti i colori tappezzano con il loro velluto ogni luogo. E non solo per le rose! Maggio è il mese più profumato, ricco di novità nel terreno e di germogli di ogni tipo. Nei campi è una danza con tutti i prodotti dell’orto, a cominciare dalle fragole. A volte si perdono nei solchi, quasi si nascondono dietro le foglie dentellate per non lasciarsi beccare dagli uccelli o dalle lucertole. Sono appariscenti i suoi fiori, ampi, bianchi, profumati, che a vederli non sai se coglierli o staccare solo i frutti. Si distinguono tra tutti i bei fiori di zucchine, così affusolati, lunghi, a cappello sull’esile tronco e tutti insieme sembrano onde di vento accarezzare il terreno. Gli alberi di frutti già aprono i loro fiori e gemme, ormai abbondanti sui rami, che emanano aromi fino a stordire. Anche il ciliegio ha fatto il suo carico di foglie e lascia intravedere, tra i rami, i primi abbozzi dei frutti nuovi. Ma il vero tripudio è dato dal glicine con i suoi grappoli pendenti, una ricca chioma sui pergolati che dondola al vento proveniente dal mare, oltre a recare un fruscio inconfondibile. Appena scosso, lascia cadere le corolle leggere, un po’ scurite dal sole e dal vento insistente.
I suoi grappoli si avvinghiano alle travi, si appoggiano l’uno all’altro in un abbraccio stretto. E chissà che sotto il pergolato di glicine non ci sia una bella distesa di piselli, con quelle foglioline tonde, giri e rigiri di steli e all’interno stami con macchie nere, baccelli gonfi che, se si aprono, fanno un suono piacevole e lasciano scorrere, come lungo un binario, la serie delle perline verdi. Crescono raccolti su esili asticelle per tenere alte le foglie e dare ai fiori la possibilità di produrre ricchi frutti senza perderne nemmeno uno. Sulle foglie e sui fiori volano a schiere le api, le farfalle, insetti colorati, coccinelle e grilli che si mimetizzano. Se si resta un bel po’ nei solchi, tra i piselli, subito una coltre di moscerini bianchi corre intorno a cercare dove andare a posarsi. Ma sono verdi anche le punte degli asparagi sugli steli solidi, a punta, come lance pronte per essere tirate, sembrano quasi una falange romana in posizione di attacco. Più in là la folta pianta di melanzane con i frutti appena abbozzati, i fiori caduti, le foglie di verde scuro, larghe, una sull’altra a nascondere il frutto. Ci sono filari di piccole piante di pomodori in procinto di crescere e i ciliegi già ricchi di foglie pronti per i primi bottoni di frutti. Maggio lo si respira nell’aria, arriva sul viso con i caldi raggi di un sole nuovo, si vede nei colori intensi e chiari dei panorami, lo si avverte in ogni dove. Anche i sentieri , ricchi di suoni d’insetti, riempiono di vita i tanti buchi nella pietra viva da cui escono le lucertole, donnine in abito verde sulle terrazze a prendere il sole. Strisciano indisturbate, un po’spaurite per il tempo passato a dormire e si danno ai primi abbozzi di caccia alle prede. E poi la vigna ben curata, sfoltita delle foglie più ribelli, già pronta con i grappoli acerbi, attende il sole più caldo per portare a termine il lavoro. I tetti diventano allegri, sonori, con mille canti e voci di uccelli, a lavoro per i nidi in costruzione come in un cantiere per montare piume e paglia in qualche tegola, sotto le grondaie, o sugli alberi più alti, nascosti tra le foglie e tra un trasporto e un altro cadono piccoli e uova. Finiscono tra i piedi, nell’erba già alta, e, mettendoli nei palmi delle mani raccolte, possono anche sopravvivere. Nidi anche nelle siepi o in qualche vaso molto grande sulle terrazze, dove i gerani mettono in bellavista le corolle di tinte pastello, da confondersi con le farfalle. Maggio è generoso anche in riva al mare dove si vedono i primi coraggiosi, stesi sui teli a prendere il sole, mentre sul capo volano gabbiani, con frenetici giri, increduli della leggerezza dell’aria e delle correnti favorevoli. Sugli scogli, solitari pescatori, con lenza e amo, attendono con pazienza, col loro secchio accanto, i vermetti nelle buste e, nel frattempo,osservano le rotte dei vaporetti in lontananza , mentre le scie portano a riva onde di rivoli e schiuma come carezza sul mare appisolato.