Sequestri nel Beneventano
Fonte: Piero Rossano da Il Corriere del Mezzogiorno
Napoli - Carenze strutturali anche significative, tali da compromettere l'abitabilità degli immobili. E, inoltre, mancanza di alcune certificazioni necessarie quali l'agibilità. A tutto questo si aggiunga anche l'assenza quasi totale di requisiti igienico-sanitari. È lungo l'elenco di inadempienze riscontrato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) di Salemo che, su delega della Procura della Repubblica del tribunale di Benevento, hanno sequestrato ieri due centri di accoglienza per immigrati nello stesso capoluogo e a Durazzano, centro al confine con il Casertano. Erano stati ricavati in strutture che per l'assenza di una lunga serie di requisiti mai avrebbero potuto ospitare persone. m totale, tra i due centri, ve ne erano invece 41. Che già ieri, al termine dell'operazione dei Nas condotta in collaborazione con i colleghi del comando provinciale dei carabinieri, sono stati «dirottati» presso altre strutture della provincia. L'operazione ha portato alla denuncia di sei persone.
Queste ultime - recita una nota della Procura - «adibivano e utilizzavano due immobili come centri di prima accoglienza pur essendo stato uno degli immobili realizzato in assenza del necessario permesso di costruire» mentre l'altro edificio era stato adibito a tale uso attraverso la presentazione di un «falso attestato di agibilità» e questo, stando sempre alla Procura, «al fine di ottenere le abilitazioni in uso e dunque in assenza delle certificazioni di agibilità/abitabilità prescritte dalla legge». Le indagini sono state coordinate dal procuratore Aldo Policastro e dall'aggiunto Giovanni Gonzo. Non è la prima volta che la Procura della Repubblica di Benevento procede alla chiusura di centri di accoglienza per immi grati sul territorio della provincia e sempre attraverso i Nas. I fascicoli d'inchiesta aperti fondano tutti su un falso giro di attestazioni di requisiti di agibilità e vedono indagati anche funzionali di enti locali oltre che responsabili di cooperative sociali che attraverso atti fasulli partecipavano (vincendo) ai bandi della Prefettura.
Fonte: Piero Rossano da Il Corriere del Mezzogiorno
Napoli - Carenze strutturali anche significative, tali da compromettere l'abitabilità degli immobili. E, inoltre, mancanza di alcune certificazioni necessarie quali l'agibilità. A tutto questo si aggiunga anche l'assenza quasi totale di requisiti igienico-sanitari. È lungo l'elenco di inadempienze riscontrato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) di Salemo che, su delega della Procura della Repubblica del tribunale di Benevento, hanno sequestrato ieri due centri di accoglienza per immigrati nello stesso capoluogo e a Durazzano, centro al confine con il Casertano. Erano stati ricavati in strutture che per l'assenza di una lunga serie di requisiti mai avrebbero potuto ospitare persone. m totale, tra i due centri, ve ne erano invece 41. Che già ieri, al termine dell'operazione dei Nas condotta in collaborazione con i colleghi del comando provinciale dei carabinieri, sono stati «dirottati» presso altre strutture della provincia. L'operazione ha portato alla denuncia di sei persone.
Queste ultime - recita una nota della Procura - «adibivano e utilizzavano due immobili come centri di prima accoglienza pur essendo stato uno degli immobili realizzato in assenza del necessario permesso di costruire» mentre l'altro edificio era stato adibito a tale uso attraverso la presentazione di un «falso attestato di agibilità» e questo, stando sempre alla Procura, «al fine di ottenere le abilitazioni in uso e dunque in assenza delle certificazioni di agibilità/abitabilità prescritte dalla legge». Le indagini sono state coordinate dal procuratore Aldo Policastro e dall'aggiunto Giovanni Gonzo. Non è la prima volta che la Procura della Repubblica di Benevento procede alla chiusura di centri di accoglienza per immi grati sul territorio della provincia e sempre attraverso i Nas. I fascicoli d'inchiesta aperti fondano tutti su un falso giro di attestazioni di requisiti di agibilità e vedono indagati anche funzionali di enti locali oltre che responsabili di cooperative sociali che attraverso atti fasulli partecipavano (vincendo) ai bandi della Prefettura.