Cento tessere pagate da un solo consigliere, Pd nel caos

Scoppia il caso Castellammare un politico ha finanziato le iscrizioni con la carta paypal

Fonte: Gerardo Ausiello e Francesco Fusco da Il Mattino

Cento iscritti, un solo portafoglio. Quello di un consigliere comunale di Castellammare. Il tesseramento del Pd si è di fatto appena concluso e già si parla di gravi irregolarità. Innanzitutto nella città stabiese, dove i democrat non sembrano trovare pace. Ieri il tesseramento è stato sospeso, anche se la federazione provinciale ha certificato (e quindi convalidato) le 610 tessere sottoscritte nell'ultimo fine settimana al Palazzetto del Mare. A scatenare la nuova bufera, che ha richiamato l'attenzione degli organismi di controllo nazionali, sono state circa 100 iscrizioni pagate, stando alle denunce di una parte del partito, da un finanziatore «occulto» che - conio stesso numero di carta paypal - avrebbe investito nell'operazione 1500 euro. Così a Castellammare si è scatenata la caccia al responsabile, che sarebbe appunto un consigliere comunale molto noto nel territorio. Nel caso in cui gli organismi nazionali dovessero confermare l'irregolarità, le 100 tessere potrebbero essere annullate mentre il responsabile rischierebbe conseguenze sul piano penale.
 
«Sono andata ad iscrivermi al Pd, il mio partito, a Castellammare - racconta la dirigente regionale Fiorella Girace - ed ho trovato chiuso. Sono state bloccatele iscrizioni perché dalla città stabiese sarebbero arrivate a Napoli 100 adesioni pagate tutte con la stessa carta di credito. Se è vero dovremo chiedere i danni a questi imbecilli», è l'affondo. Il caso Castellammare, tuttavia, potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. Sì, perché episodi analoghi si sarebbero registrati anche a Pompei, Torre del Greco e Quarto mentre a Napoli c'è chi non nasconde preoccupazioni per il possibile calo di iscritti. «Sarebbe la naturale conseguenza di quanto accaduto negli ultimi mesi, dalle polemiche per le monetine davanti ai seggi delle primarie fino allo scandalo Listopoli», osserva un dirigente democrat di lungo corso. Nel 2015 gli iscritti nel capoluogo partenopeo sono stati 3920, in tutta la provincia 20.800. Quanti saranno ora? I dati defìnitivi dovrebbero essere disponibili tra oggi e domani ma su Napoli in casa Pd qualche timore serpeggia anche perché una parte dei venti circoli presenti sul territorio comunale ha avviato le iscrizioni con notevole ritardo. «Poi, però, è stato recuperato il tempo perso. E comunque non ci sarà nessuna emorragia», assicura il segretario provinciale Venanzio Carpentieri tentando di gettare acqua sul fuoco. A confortarlo sono probabilmente le prime notizie sulle iscrizioni nei comuni della provincia, dove i numeri sembrano reggere, anche se non mancano appunto problemi e anomalie. Quanto alla Campania, si parte dal dato complessivo di 47677 tessere consegnate nel2015, così suddivise: 20.800 a Napoli e provincia, 7445 in Irpinia, 4287 nel Sannio, 4600 a Caserta e provincia e 10545 nel Salernitano. L'impressione, nelle fila del partito, è che si possa arrivare a un incremento di circa il 20 per cento di iscritti soprattutto ad Avellino, dove è in programma il congresso straordinario, e a Caserta, dove il partito esce da una delicata fase commissariale. Ma naturalmente la parola d'ordine, visti i precedenti, è prudenza. Di sicuro, accanto al nodo dei numeri, il Pd napoletano e campano dovrà affrontare una lunga serie di questioni in sospeso. Al momento l'indicazione giunta dal Na2areno è che si vada a scadenza naturale sia per la segreteria provinciale che per quella regionale, che dovrebbero essere rinnovate rispettivamente nell'autunno del 2017 e nell'inverno del 2018: ma si partirà dalla platea di iscritti nata dal tesseramento che si è appena concluso o da quella figlia di un nuovo tesseramento? E poi va affrontato il problema politico più difficile, ovvero l'incubo scissione. Che non spaventa solo i dirigenti romani, bensì pure quelli napoletani e campani che devono fare i conti con lo strappo del consigliere regionale Gianluca Daniele: «Il Pd è incapace di interpretare la realtà che ci circonda», l'atto di accusa contenuto nella lettera con cui Daniele ha detto addio alla segreteria regionale.

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