TORINO - Le cause scatenanti del morbo di Alzheimer. Poche malattie come l'Alzheimer hanno il potere di trasformare le persone. Questa malattia inizia colpendo la memoria "recente" della persona, in seguito si verificano problemi comportamentali legati a un vero e proprio cambiamento di personalità.
La patologia insorge con la mancanza di motivazione che genera apatia; in seguito si assiste a un declino della maggior parte delle funzioni cognitive causando grande confusione e angoscia nei familiari di coloro che soffrono di questo problema.
Molti protocolli farmacologici sull'Alzheimer hanno fallito, forse a causa di alcune idee sbagliate circa l'origine della malattia (fisiopatologica). Finora, vi erano due linee principali di ricerca: una sul trattamento farmacologico con effetto palliativo; un'altra basata sulla diagnosi precoce e cioè prima che la malattia si manifesti clinicamente.
Gli studi genetici ci permettono di osservare i geni a rischio di sviluppare la malattia e che hanno pertanto una predisposizione che ne aumenta il rischio stesso.
Inoltre, ci sono altri fattori scatenanti: ad esempio il tipo di ereditarietà che è denominato "multifattoriale". Gli esperti affermano che la diagnosi precoce sia la chiave per cambiare i fattori di rischio modificabili. E' importante, quindi, la prevenzione dei fenomeni che coinvolgono questo rischio: ad esempio disturbi comuni come la pressione alta, colesterolo, valori anormali della glicemia o un semplice trauma cranico, possono aumentare notevolmente il rischio di questo tipo di demenza degenerativa.
È per queste ragioni che è di fondamentale importanza rilevare un rischio genetico precoce; si ritiene, infatti, che i primi fenomeni fisiopatologici si manifestino all'incirca trent'anni prima dell'insorgere della sintomatologia clinica. È noto che circa il 50% dei pazienti affetti da Alzheimer abbiamo un gene predisponente chiamato "ApoE4" (apolipoproteina E4). Molti sono gli studi intrapresi a livello mondiale.
Molti team di ricercatori stanno incominciando a indagare su altre proteine e non solo sulla proteina beta-amiloide. C'è un'altra possibilità che è una proteina chiamata "tau", tipica del neurone. Questa stessa proteina provoca un processo evolutivo caratteristico che lascia un'impronta di piegatura sequenziale anatomica del cervello. Interessante è lo studio dei marcatori di questa proteina nel cervello unito a terapie farmacologiche che possano inibire la loro produzione anormale. Oggi la ricerca scientifica ha fatto enormi progressi che hanno rivoluzionato molte teorie, ma la strada è ancora lunga.
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