Le porcate del mondo di Orwell



Sessant'anni fa sembrava che tutti noi italioti avessimo davanti a noi un'autostrada di opportunità infinite. Tutto cominciava ad ingranare discretamente e uniformemente. La povertà si dissipava a vista. L'ignoranza prettamente dettata dall'analfabetismo dilagante si affievoliva. La gente si istruiva, si emancipava. Avevamo un gagliardo spirito competitivo, producevamo cose buone e belle. Eravamo coesi e sensibili verso chi stava peggio e ci godevamo la vita con semplicità. Stavamo veramente per realizzare un "paradiso in Terra". Dopo cos'è successo? Sembra come che una sostanza venefica sia calata sulla nostra intera penisola. Un virus aggressivo ha intaccato le nostre deboli menti. Siamo lentamente ed inesorabilmente
regrediti. E' ritornata l'ignoranza, quella determinata dall'egocentrismo, dal lassismo perbenista e dal bigottismo cattolico imperante, che hanno travalicato impietosamente gli argini di una società rispettosa e ordinata.


Oggi è uno scempio autorizzato. La corruzione non ha più freni. La spocchia dei nostri dementi politicanti irride anche il nostro amor proprio. C'è una consistente crescita di giudici che si sono messi ad espletare casi di giustizia all'incontrario. Non sto ad elencare tutte le altre porcate del mondo di Orwell. La mia utopia reale, invece, mi dice che 99 possono sgombrare l'1. Siamo in tanti, se po' fa. Però ci vuole la manifestazione di un contro-virus sotto forma di un condottiero (possibilmente immortale). Darei una utopica occasione a Salvini, però prima voglio vederlo in diretta se è capace di dare un pesante calcio in culo a Bossi. Ho notato ultimamente che gli è difficile andare a farsi un sonnellino, perché ha ancora forza di aprire la bocca per proferire insulse padanate. Penso che dovrò tornare a sognare il mio vecchio piano B, molto più efficace.

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