Nel suo libro “Quando l’Austria catturò Battisti”, Sardi cita una nota tratta dal diario di un soldato italiano, il sergente maggiore Artibano Romio del settantanovesimo reggimento fanteria della Brigata Roma:
src="http://ift.tt/2om4BRq" srcset="http://ift.tt/2om4BRq 193w, http://ift.tt/2otdZzX 658w, http://ift.tt/2olZ7pI 1028w" width="193">“Alle ore 16 del 18 maggio 1916 fui fatto prigioniero. Dopo mezzora di sosta a Vanza, perché abbiamo dovuto raccogliere i nostri feriti, siamo partiti alla volta di Rovereto, scortati da poco simpatiche sentinelle. Ripartimmo per Villa Lagarina ove pernottammo in un prato all’aria aperta e la mattina per tempo, partenza per Trento. Quando si passava in mezzo ai paesetti la popolazione non faceva altro che imprecare contro di noi, dandoci dei vigliacchi e dei traditori: questi sono coloro che noi chiamiamo gli irredenti?”
Aveva ragione, il sergente maggiore Romio. Peccato che questa storia, come tanti altri piccoli frammenti di verità, siano sconosciuti ai più. Peccato che la nostra vera Storia sia sempre stata nascosta e falsificata dall’Italia. Solo pochi autori di indiscussa onestà intellettuale, raccontano in maniera corretta ciò che avvenne cento anni fa: uno di questi è proprio il giornalista Luigi Sardi, autore di molti testi storici sulla nostra terra Tirolese.
Invito tutti a cercare i suoi libri e a leggerli con attenzione. Li scrive per noi, per raccontarci la nostra storia, quella che non possiamo non conoscere.
Fonte: http://ift.tt/2fi1QMN
Aveva ragione, il sergente maggiore Romio. Peccato che questa storia, come tanti altri piccoli frammenti di verità, siano sconosciuti ai più. Peccato che la nostra vera Storia sia sempre stata nascosta e falsificata dall’Italia. Solo pochi autori di indiscussa onestà intellettuale, raccontano in maniera corretta ciò che avvenne cento anni fa: uno di questi è proprio il giornalista Luigi Sardi, autore di molti testi storici sulla nostra terra Tirolese.
Invito tutti a cercare i suoi libri e a leggerli con attenzione. Li scrive per noi, per raccontarci la nostra storia, quella che non possiamo non conoscere.
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