Donne Italiane. Laura Puppato promuove il Comitato “Lina Merlin. La Senatrice. Una madre della Repubblica"

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ROMA - Un Comitato per Lina Merlin. Il bisogno, la necessità di ricordare una donna che nelle Istituzioni è stata un punto di riferimento, un faro, un esempio, e che nella memoria collettiva è rimasta ai margini, confinata sotto alla bandiera di una delle sue tante battaglie, quella della legge che porta il suo nome. Per recuperare, per restituire, per ripristinare la giusta importanza che nel Senato della Repubblica italiana Angelina Merlin ha avuto, il 12 aprile 2017, a Palazzo Madama, Laura Puppato si è fatta promotrice della presentazione del Comitato “Lina Merlin. La Senatrice. Una madre della Repubblica", nato per valorizzare la figura della parlamentare socialista intesa come modello per un rinnovamento della politica in Italia.

Numerose le iniziative previste per quest'anno in cui cade il 130esimo anniversario della nascita, tra cui la posa di un busto bronzeo in Senato che sarà realizzato dallo scultore padovano Ettore Greco. 

Chi è stata Lina Merlin, la senatrice? Antifascista, componente del “Comitato di Liberazione nazionale”, fu tra le ventuno donne elette all’Assemblea costituente. Fu la prima senatrice a prendere la parola nell’aula di Palazzo Madama, nel giugno del 1948, e la sola donna a sedere tra i banchi della Camera Alta nella seconda legislatura italiana (1953-1958). La sua esistenza è stata interamente dedicata all’affermazione dei diritti e della dignità dei più deboli.

«Molte le battaglie - ha detto la presidente del Comitato, Paola Lincetto - per il riconoscimento del ruolo delle donne e le pari opportunità, a partire dall’inserimento delle parole "senza distinzione di sesso” nell’articolo 3 della Costituzione e dal suo impegno come autrice delle prime proposte di legge per vietare il licenziamento delle lavoratrici incinte o in procinto di sposarsi. Fu autrice, inoltre, della famosa e tormentata legge del 1958 che cancellò (come richiedeva espressamente l'Onu), dopo dieci anni di battaglie fuori e dentro il Parlamento, le “case chiuse” e liberò tremila donne prostitute, di fatto trattate come schiave».

Un esempio da raccontare, seguire, ricordare.

«Lina Merlin - ha detto la senatrice Puppato, presidente onoraria del Comitato e promotrice dell'evento - è stata una figura silenziata, ha segnato la vita politica e civile del Novecento, è stata humus di democrazia. Nell'anno in cui cade il 130° anniversario dalla nascita, non siamo qui per celebrare ma per restituire alla storia una donna straordinaria. I fratelli, all'alba della prima guerra mondiale, coniarono per lei il termine pacefondaia. Lina Merlin è stata e resta un esempio alto per le donne e gli uomini che vogliono oggi occuparsi della cosa pubblica, del governo del Paese. È stata una donna forte, che ha saputo diventare determinante nella storia italiana già prima che alle donne fosse concesso il diritto di voto, e che purtroppo finora non ha avuto il giusto riconoscimento da parte della Repubblica di cui è madre costituente. Credo sia importante che sia portato in Senato anche un simbolo concreto di Merlin, come riconoscimento del suo impegno sempre dalla parte dei più deboli della società».

Anche la capogruppo del Psi a Montecitorio, Pia Locatelli, è presidente onoraria del Comitato e ha ricordato l'impegno socialista e laico di Merlin sul fronte dei diritti civili e annunciato che «il 13 giugno si terrà nella Sala Zuccari del Senato un convegno per fare il punto sulla sua figura e sull'attualità della sua eredità storica e politica di una donna che fu tra le più rappresentative e anticipatrici del Paese».

Una donna contro si potrebbe dire di Merlin, contro il suo stesso partito quando è stato necessario, quando è stato il momento di non scendere a compromessi.

«Intendiamo proseguire e rafforzare il cammino di valorizzazione e riconoscimento della figura politica di Lina Merlin, iniziato negli anni scorsi e tradottosi in momenti significativi in diverse città del Veneto, a partire da Padova − ha sottolineato Paola Lincetto −. Ricordo tra questi la collocazione della targa in memoria di Lina in piazza del Signori, del busto che la ritrae nei Giardini dell'Arena, l’intitolazione del giardino nei pressi della Basilica del Santo, oltre ai tanti incontri, alle pubblicazioni, alla produzione di un documentario a lei dedicato. Ora è tempo che Lina Merlin sia ricordata in quel Palazzo Madama di cui fu nel secondo dopoguerra la senatrice più illustre – ha concluso –. Non è solo questione di onorarne la memoria, ma anche di sottolineare l'attualità e l'importanza della sua figura politica, che dà onore al Veneto».

A sottolinearne la levatura culturale e politica della grande parlamentare, anche la portavoce del Comitato Anna Maria Zanetti, giornalista, studiosa di Merlin e autrice del libro “Lina Merlin, la Senatrice. Un pensiero operante” (Marsilio editori, 2005) e coautrice assieme a Luccia Danesin di un documentario: «È una donna politica che rappresenta la migliore tradizione alla quale possono guardare la storia e la politica italiane. Un esempio validissimo, da riproporre a tuttotondo, e non limitatamente − come invece succede ancora oggi − alla pure fondamentale legge del '58 che chiuse le case di prostituzione. Ripercorrere e riproporre la complessità della sua vicenda personale e politica significa parlare di vera e responsabile azione politica, di integrità personale e pubblica, di capacità di rappresentare con serietà e responsabilità il mandato parlamentare. Un modello politico importante per tutto il Paese, ora più che mai alle prese con una profonda crisi di fiducia verso la politica e i suoi rappresentanti».

Anche a Milano, in autunno, si terranno iniziative per ricordare Lina Merlin: ne ha parlato Marina Cattaneo vicepresidente della Fondazione Anna Kuliscioff, rilevando l'importante presenza della futura senatrice nell'ambiente cospirativo contro il regime a Milano e nella costruzione della resistenza.

A Lina Merlin è stata dedicata una nuova biografia. Nella Collana “Italiane” edita da Maria Pacini Fazzi Editore in Lucca, è da marzo presente anche il volume che narra l’intensa vita della parlamentare polesana. Il lavoro è stato firmato da Laura Cesarano Jouakim, già redattrice de Il Mattino di Napoli.

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