NAPOLI - 8 marzo Giornata Internazionale della Donna, Sciopero globale. Giovedì 2 marzo 2017, ore 11,30, davanti alla sede della Regione Campania, via Santa Lucia, Napoli. Un 8 marzo di lotta, la Rete Non Una Di Meno Napoli e Campania aderisce in concomitanza al movimento nazionale, allo sciopero globale in occasione della Giornata internazionale della Donna insieme ad altri 40 Paesi nel mondo.
L’8 marzo tornerà a essere un momento di mobilitazione femminista attraverso lo strumento dello sciopero generale, indetto ad oggi dalle sigle sindacali: Usi, Slai Cobas per il sindacato di Classe, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc Cgil, per garantire un’astensione reale dal lavoro produttivo e riproduttivo e il coinvolgimento delle donne dentro e fuori i luoghi i lavoro. Il movimento è nato in maniera assolutamente spontanea e virale in tutta la penisola, non veste bandiere politiche e vi aderiscono donne e uomini di ogni età e provenienza.
Lo sciopero e le iniziative programmate per la giornata dell’8 marzo in tutta Italia - riporta il comunicato stampa - saranno presentate giovedì 2 marzo con una conferenza stampa in contemporanea in tutta la penisola. A Napoli si è scelto di farla per strada, affinché chiunque possa parteciparvi e davanti alla sede della Regione Campania, che tante risposte deve ancora alle donne e agli uomini del territorio. Lo smantellamento dei servizi pubblici, che in Campania va avanti da decenni, ha visto come soggetti più colpiti le donne, con i tagli e le privatizzazioni dei servizi sanitari specifici, dei servizi sociali, degli asili, dei centri anti violenza.
Non Una Di Meno, che continua a lavorare ad un piano femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, ha indicato 8 punti per l’8 marzo, per ribadire, anche attraverso lo sciopero, il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.
Le donne, e non solo, scenderanno in strada ancora una volta in tutte le città italiane con cortei, assemblee nelle piazze, nelle scuole, negli ospedali, nelle università, per mostrare con forza che la violenza maschile contro le donne è una questione strutturale alla società, che attraversa ogni luogo, dalle case ai posti di lavoro, dagli ospedali alle università, dai media alle frontiere, e che in ogni luogo va contrastata. L’8 marzo si interromperà quindi ogni attività produttiva e riproduttiva: la violenza maschile contro le donne non si combatte con l’inasprimento delle pene ‒ come l’ergastolo per gli autori dei femminicidi in discussione alla Camera ‒ ma con una trasformazione radicale della società.
Sarà una protesta attuata con modalità differenti, durerà 24 ore, i suoi colori saranno il nero e il fucsia e il simbolo la matrioska di Non Una Di Meno, esposta nei luoghi in cui le donne sciopereranno. Sarà, inoltre, realizzata a livello nazionale un’azione di twitter storm.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo
Il 26 novembre 2016, una marea di donne da tutta Italia, si stima circa 250.000, ha rotto il silenzio che accompagna la violenza e la subalternità di genere, inondando le strade e le piazze di Roma al grido di NON UNA DI MENO, e gli ultimi mesi ci raccontano di milioni di donne che, in America Latina, negli Stati Uniti, in Europa e in Medio Oriente, si sono messe in cammino per abbattere il sistema maschilista e razzista. L’8 marzo ci fermiamo tutte, perché siamo stanche di subire le discriminazioni e gli abusi a cui tutti i giorni siamo sottoposte sul lavoro, a casa, negli ospedali, per le strade. Nel mercato del lavoro, i dati ci parlano di una situazione in cui la donna continua ad essere sfruttata e discriminata in base al genere. Secondo l’ISTAT, infatti, al Sud lavora solo il 30% delle donne, oltre alle forme di lavoro contrattuali, tante sono le forme di sfruttamento a cui tutti i giorni siamo sottoposte: dal lavoro nero al ricatto di licenziamento in caso di gravidanza, dalla cura della casa ai sacrifici per la famiglia, subiamo i mille ruoli che questa società ci impone. Sappiamo bene che la condizione di precariato e/o dipendenza economica è il primo ostacolo per l’autodeterminazione e l’uscita dalla violenza. Per questo l’8 marzo uno dei motivi per cui scioperiamo è la pretesa di un reddito di base che dia a tutte/i la possibilità di scegliere come vivere in maniera dignitosa e indipendente. L’8 marzo non sarà una normale ricorrenza, ma una giornata di sciopero globale in cui le donne di oltre quaranta paesi scenderanno in piazza per riprendersi i propri diritti e imporre la propria forza in un mondo ancora cucito addosso all’uomo.
SCIOPERIAMO CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITÀ CHE PRECARIZZANO LE NOSTRE VITE
SCIOPERIAMO CONTRO I TAGLI ALLA SANITÀ E AI SERVIZI PUBBLICI
SCIOPERIAMO CONTRO LE DIFFERENZE SALARIALI TRA UOMINI E DONNE
SCIOPERIAMO DAL LAVORO DOMESTICO
SCIOPERIAMO CONTRO L’IMPOSIZIONE DEL LAVORO DI CURA
SCIOPERIAMO DAI RUOLI DI GENERE SCIOPERIAMO DALL’OROLOGIO BIOLOGICO
SCIOPERIAMO CONTRO L’OMOFOBIA, LA LESBOFOBIA E LA TRANSFOBIA
SCIOPERIAMO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE E DEL GENERE
SCIOPERIAMO CONTRO IL RAZZISMO E LE FRONTIERE
SCIOPERIAMO CONTRO LA VITTIMIZZAZIONE DELLA DONNA E LA LOGICA DEL SESSO DEBOLE
SCIOPERIAMO CONTRO GLI OBIETTORI DI COSCIENZA
SCIOPERIAMO CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITÀ CHE PRECARIZZANO LE NOSTRE VITE
SENZA DONNE NON C’È RIVOLUZIONE
Non Una di Meno Napoli e Campania